Argomento editoriali

  • La falsa favola di Salerno città europea

    Una favola fragile come un castello di sabbia, costruita su una sequenza di colossali mancate verità, un po’ festival dell’illusionismo e un po’ cabaret. È quella che da anni alimenta il falso mito di Salerno città europea. La logica del potere per il potere in qualche modo regge anche se scricchiola. Quando le crepe saranno evidenti la consapevolezza di sicuro crescerà ma potrebbe essere troppo tardi

  • De Luca e i cafoni come paravento degli errori

    Certo, è molto più facile prendersela con i cafoni che risolvere i problemi. È molto più facile dare, sia pure indirettamente, dei terroni ai propri concittadini proponendo fantasiosi e ingenerosi raffronti con la molto più che presunta virtuosità del Nord. Tutto fumo negli occhi per distogliere l’attenzione dal disastro complessivo di un’opera politica stantia, basata sul decrepito mito dell’efficienza e sull’immagine di Salerno città europea che non risponde, e da tempo, alla realtà

  • Ex Apof, se l’indagine è puro illusionismo

    Il blitz contro i braccianti agricoli regolari e irregolari, di fatto carne da lavoro al limite della schiavitù, è rimasta in superficie colpendo solo l’anello debole della catena e lasciando liberi caporali e sfruttatori. Questa storia è davvero fin troppo piena di muscoli mostrati ai poveracci e braghe calate di fronte a chi si permette di sottopagare il lavoro ed evadere le tasse, facendo un doppio danno. All’umanità e alle casse dello Stato

  • Le emergenze e il cinismo della politica

    Chi pensa ancora, e vuol farci credere, che si possano sfruttare i terremoti per rilanciare l’economia grazie all’ennesima colata di cemento (spesso farlocco) o è uno sprovveduto o è in malafede. Tutto questo è, in fondo, il cinismo della politica dell’apparire, del creare consenso per il consenso, quella che – grazie a soldi mandati in giro senza troppi lacci e lacciuoli – preferisce beatificarsi con la risoluzione di emergenze apparentemente inevitabili

  • Salerno, il Capo dei capi e le regole da aggirare

    È inutile, non ce la fa perché è più forte di lui. Non gli basta essere il Capo dei capi e aver interpretato il voto come una cambiale in bianco che trasforma un governante in un comandante; non gli basta affidare la città che prima gestiva da sindaco a un secondo cittadino al quale inviare ordini via tv; non gli basta svuotare un insignificante Partito democratico salernitano e trasformarlo in Partito deluchiano. Non ce la fa perché il presidente della Regione odia le regole, a parte quelle che stabilisce lui

  • I soldi di tutti e le mance per gli amici

    Giorno dopo giorno, settimana dopo settimana si delinea sempre più chiaro (e non tanto limpido, per la verità) il sistema di potere che da queste parti da anni alimenta se stesso. Una vera e propria macchina del consenso armata di disinformatja e fumi dissuasori e illusori. Basta far capire che chi è dalla parte giusta ha da guadagnare e che gli altri si arrangino...

  • La politica complice degli abusi (edilizi)

    Il gioco è sempre quello: trovare qualche caso limite, qualche abuso un po’ meno abuso per utilizzarlo come scudo per difendere, di fatto, quelli più gravi. Insomma, travestire il peggio da cosa buona per tutti. E purtroppo va avanti così da tanto, troppo, tempo

  • Salerno: il re sole e il secondo cittadino

    È uno strano Palazzo, quello del Comune di Salerno, dove si esercita un potere per conto terzi, dove chi c’era prima continua a fare il sindaco e il suo successore non è un primo ma un secondo cittadino. È la concezione proprietaria del potere che fa interpretare il consenso come una cambiale in bianco. E tutto questo al vecchio sindaco piace da matti

  • Le Fonderie e il Palazzo complice e inadeguato

    Là fuori c’era il dramma, nella doppia rappresentazione di un lavoro che sfuma annientando anche la dignità e di una condizione ambientale minata da anni di lutti e malattie colpevolmente ignorate. E né il sindaco né i suoi assessori hanno fatto una piega: semplicemente inaccettabile

  • Se questo è un uomo: gli schiavi fra noi e l’indifferenza

    I profughi nelle mani dei caporali che li fanno lavorare duramente e senza diritti per un’intera giornata per compensi da fame. È la punta dell’iceberg del lavoro nero e di quello grigio, una vergogna senza fine incontrastata da una politica disastrosa che ci regala servizi sanitari ridicoli e ancora fa balletti intorno a strutture incompiute che fanno comodo solo ai costruttori. E il Capo dei capi detta la linea in tv... incredibile ma vero