Il presidente dellla Regione, Vincenzo De Luca

L’EDITORIALE

De Luca e i cafoni come paravento degli errori

Certo, è molto più facile prendersela con i cafoni che risolvere i problemi. È molto più facile dare, sia pure indirettamente, dei terroni ai propri concittadini proponendo fantasiosi e ingenerosi raffronti con la molto più che presunta virtuosità del Nord. Tutto fumo negli occhi per distogliere l’attenzione dal disastro complessivo di un’opera politica stantia, basata sul decrepito mito dell’efficienza e sull’immagine di Salerno città europea che non risponde, e da tempo, alla realtà

Certo, è molto più facile prendersela con i cafoni che risolvere i problemi. È molto più facile dare, sia pure indirettamente, dei terroni ai propri concittadini proponendo fantasiosi e ingenerosi raffronti con la molto più che presunta virtuosità del Nord. Tutto fumo negli occhi per distogliere l’attenzione dal disastro complessivo di un’opera politica stantia, basata sul decrepito mito dell’efficienza e sull’immagine di Salerno città europea che non risponde, e da tempo, alla realtà. Così come non decolla l’immagine di efficienza della Regione Campania, governata a suon di finanziamenti a mo’ di spot.

Ha del coraggio il Capo dei capi, anche se questa definizione da monarca assolutista va sempre più stretta al presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, che mal sopporta che ci siano anche altri capi perché il vero e unico Capo vuol essere lui.

leggi anche: Così lo “sceriffo” diventa il paladino della Campania Maurizio Viviano e Daniele De Crescenzo sono gli autori di un libro a fumetti dedicato alle avventure dell’ex sindaco sceriffo alle prese con il “cafone”

Al suo rientro dalle ferie, e nel tradizionale sermone tv del venerdì ha dato ordini anche al prefetto e distrutto il suo successore, il secondo cittadino di Salerno, Vincenzo Napoli (il primo, si sa, resta sempre lui).

Lo ha bacchettato su tutto quel che può colpire l’immaginario del cittadino alle prese con i problemi quotidiani. E certo non si può dar torto al presidente-sindaco (per interposta persona)-sceriffo, insomma Capo anche degli altri capi, quando dice che Salerno è sporca, che dilagano gli abusivi, che il flagello della prostituzione è alle porte di casa. Ma è tutto puro illusionismo, è un’alzar la voce da teatrante. Prendete la prostituzione da strada, dilaga da anni ma il problema è che sia arrivata fino a piazza della Concordia, mica che ci sia e basta. Dà fastidio alla vista, al presunto salotto buono. Presunto anche perché ultimamente è molto sporco: e lui mica lo nega, anzi sottolinea il degrado che avanza ma lo fa con quel tono che sottintende un bel “quando c’ero io non era così”. Vero, ma in parte: Salerno, un tempo, faceva da contraltare a Napoli invasa dai sacchetti dei rifiuti negli anni dell’emergenza. Ma è altrettanto realtà che il crollo della differenziata è cominciato quando lui era ancora nel suo ufficio preferito.

leggi anche: De Luca, altre tensioni nel cerchio magico Traballa l’incarico del capo della segreteria politica del presidente. Dopo Mastursi, potrebbe scattare la sostituzione anche di Buonaiuto

Al suo successore, da un po’, ha cominciato non più a mandare solo ordini ma a distribuire brutte pagelle. Di fatto lo sta facendo regredire anche dal ruolo di secondo cittadino. Anche per le continue delegittimazioni: le riunioni con i consiglieri comunali fatte dirigere da uno dei figli mentre l’altro pargolo oltre alle deleghe pesanti in giunta comincia a esser sempre di più il vero sottoCapo. Tutto questo con un livello di dibattito e di discussione ormai a zero: il consiglio comunale si riunisce ogni tanto ed è svuotato di ogni funzione. Ormai tutto quanto si decide nel consiglio di famiglia. Il metodo, del resto, ha sempre funzionato. È un po’ folklore e anche un po’ cabaret, tanto che quelle di Maurizio Crozza non andrebbero più definite imitazioni ma opere di plagio.

Va così, perché i veri problemi restano molto dietro le quinte. La Campania, ad esempio, è terra da record di morti sul lavoro. Napoli e Salerno occupano il terzo e il quarto posto in Italia e la regione è la peggiore in assoluto. Eppure qui non si è mai visto un atto concreto, un sussurro o anche un minuto nello show in tv contro questo disastro. A Salerno in aprile è morto un 67enne caduto da un’impalcatura perché costretto a lavorare abusivamente nonostante fosse ampiamente in età da pensione con un mensile da fame. Qui lo scorso anno in un cantiere è morto un operaio in condizioni di sicurezza vicine allo zero e gli imprenditori hanno “truccato” la scena, secondo l’accusa anche con la complicità di un ufficiale dei carabinieri. Bene, su questo e su molto altro di ancora peggio di qualche sacchetto sparso per strada, il Capo e i sottocapi della sua corte si sono ben guardati dal proferir parola. È molto più facile prendere per il collo un ambulante abusivo e dire che quello è nelle mani della camorra, come è accaduto quando svolgeva pattugliamenti da primo-cittadino sceriffo. La parola camorra al punto giusto della scena (e per giunta gratis, tanto quello mica era un camorrista vero...) fa presa specie sui discepoli e su quelli facilmente impressionabili da tale modo di fare. Quello della repressione folcloristica senza mai affrontare i problemi per quel che sono e, soprattutto, risolverli senza dar per forza la colpa ai cafoni. Che, per carità, esistono, come e non di meno di molte altre parti d’Italia, anche in quel Nord che De Luca cita come esempio. Dove va meglio, penso ad alcuni centri dell’Emilia, è perché l’approccio punitivo è l’estrema ratio che arriva dopo un’opera di informazione e di educazione capillare e continua, accompagnata da una reale opera premiante per i virtuosi. Chi fa bene la raccolta differenziata si vede riconoscere tasse più basse. Qui, nella finta città europea, nulla di tutto questo: di informazione e di educazione manco se ne parla e ci sono tariffe altissime a fronte di un servizio scadente. Sono queste le cose che contano: le sceneggiate al massimo alimentano il cabaret o i fumetti.

twitter: @s_tamburini

©RIPRODUZIONE RISERVATA