Restano in cella gli assassini di Gorizia

PAGANI. Il giudice conferma il carcere per Luigi Femiano e Gennaro Avitabile, i due ragazzi finiti in carcere per l’omicidio di Gorizia Coppola, la prostituta quarantaquattrenne uccisa con un colpo di coltello al petto la notte del Primo maggio.

I due indagati hanno scelto di non rispondere alla domande del gip Alfonso Scermino nel corso dell’udienza di convalida, conclusa con il provvedimento giudiziario che avvalora le ricostruzioni investigative eseguite dalla procura di Nocera Inferiore, pm Nuzzo, con il lavoro sul campo del gruppo investigativo del comando provinciale dei carabinieri.

I due erano stati raggiunti dal decreto di fermo di indiziato di delitto per l’accusa di omicidio volontario aggravato in concorso, individuati a un giorno dal delitto quali responsabili dell’accoltellamento mortale. Le rispettive versioni dei fatti, piene di iniziali incongruenze, con scarico di responsabilità e incertezze, sono poi culminate nelle indicazioni rese agli investigatori per il ritrovamento dell’arma. La nocerina Gorizia Coppola era stata accoltellata da un fendente improvviso dopo una sorta di trattativa svolta nel piazzale occupato ogni sera da donne e trans. L’emissione del provvedimento arrivò la notte del 3 maggio, al termine di una giornata di indagini per le ricostruzioni, partite dalle testimonianze sulla vettura e sulla presenza dei due a bordo di un’auto rossa poi rintracciata.

Dopo le domande dei militari e l’interrogatorio separato dei due sospetti era stato effettuato un confronto per raccordare e far emergere le rispettive reticenze. Molte delle quali riguardavano l’arma del delitto, rinvenuta su precisa indicazione dei due nella centralissima piazza Sant’Alfonso, divenuto elemento decisivo per la svolta nella fase più delicata dell’attività inquirente.
I due giovanissimi e incensurati provengono dal Parco Arancio di Pagani, il quartiere Bronx: dopo più interrogatori, con le discrasie sulla proprietà del coltello, sul suo utilizzo precedente per la ricerca di funghi e sul legame tra la decisone criminale e la materiale esecuzione, effettuata da Fimiani, sono stati messi a confronto in modo da appianare tutte le incongruenze. Senza soldi, in vena di sesso, pronti a pretendere, non contenti del primo diniego. Dopo il ritorno da lei, una seconda volta, Fimiani era sceso brandendo l’arma, con fare minaccioso. Lei aveva reagito giocando, prendendo in giro quella mossa, senza immaginare quello che stava per accadere. Un fendente nel costato, sul lato sinistro, chiudeva la vicenda nel modo più assurdo e tragico. I due sospettati, davanti ai carabinieri e poi al sostituto procuratore Gianpaolo Nuzzo, titolare del fascicolo d’indagine alla Procura di Nocera Inferiore, hanno confermato la dinamica del delitto. Formalmente il gip del Tribunale di Nocera non ha convalidato il fermo emesso dal pm, ordinando con provvedimento ad hoc la custodia cautelare in carcere per i due, che restano in cella a Fuorni per la crudeltà manifestata nel corso dell’esecuzione, per i futili motivi legati alla prestazione sessuale e per la sconcertante disinvoltura con la quale hanno colpito a morte una prostituta, solo perché lei si era rifiutata di concedersi a loro senza pagamento.

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