I fuochi che si psravano per la festa di San Matteo

SALERNO

San Matteo, fuoco amico sul sindaco

Due consiglieri di maggioranza scrivono a Napoli: «Quest’anno lo spettacolo pirotecnico non dovrà mancare»

SALERNO. Sebbene manchino ancora diversi mesi alla festa patronale di San Matteo, torna prepotentemente alla ribalta la polemica sulla mancata organizzazione dello spettacolo di fuochi pirotecnici da parte del Comune. A chiedere che si ritorni alle antiche tradizioni non sono né i portatori né i commercianti, ma due consiglieri della maggioranza che ieri hanno inviato una lettera al sindaco Vincenzo Napoli. Si tratta dei fratelli Domenico e Giuseppe Ventura, eletti rispettivamente nella fila dei Progressisti e di Davvero Verdi-Mdp. Nel dopcumento si mette in evidenza che la decisione di non promuovere lo spettacolo non riscontra il favore dei cittadini.

«Tale valutazione – si legge – in favore di quella sobrietà e di quella ricercata essenzialità con cui si è inteso celebrare il Santo Patrono della città, non ha soddisfatto il popolo, che già da qualche giorno sta chiedendo insistentemente di non far venire meno la tradizione dei fuochi alla mezzanotte del 21 settembre». Insomma, i due consiglieri non fanno che dare voce alle richieste dei cittadini, ma nel farlo non mancano di lanciare qualche stoccata al loro sindaco. «Non vi è Patrono in Italia – spiegano – che non riceva l’omaggio civile dei fuochi: solo a Salerno, dove ogni anno si spendono milioni di euro per sciccosissime Luci d’artista e per altre manifestazioni pacchiane, passando per i fuochi di Capodanno con la partecipazione di costosissimi cantanti, avviene questa mortificazione». Un attacco frontale ad alcune delle manifestazioni di punta volute dall’Amministrazione comunale, tutto questo per difenderne un’altra altrettanto importante e storica.

La presenza o meno dello spettacolo pirotecnico il prossimo 21 settembre rischia, quindi, di diventare un nuovo elemento di spaccatura all’interno di una maggioranza che non perde occasione per mostrare le sue divisioni. Ma la lettera è anche la dimostrazione che, nonostante siano ormai tre anni che il Comune non finanzi più l’evento, la questione sia particolarmente sentita.

Vale la pena ricordare che tutto ebbe inizio nel 2014, quando il vescovo Moretti decise di apportare una serie di cambiamenti alla festa religiosa tra cui quello di non far più entrare la statua di San Matteo nell’atrio del Comune. In molti videro la decisione dell’allora sindaco Vincenzo De Luca di non fare i fuochi come una reazione a questo cambio di programma. Quello che successe nel 2014 lo ricordano un po’ tutti; ci furono ben altri fuochi d’artificio, con la contestazione all’arcivescovo e la deviazione del percorso in Comune. Ma la decisione del Comune si ripropose anche nel 2015; in questo caso, però, lo spettacolo pirotecnico ci fu lo stesso, grazie ad una colletta fatta tra gli abitanti e i commercianti del centro storico. Nel 2016, nuovo sindaco ma stessa decisione. L’Amministrazione decide di non sovvenzionare alcun evento, sempre ufficialmente per rispettare il clima di sobrietà voluto dal vescovo. Si riprova con la colletta, ma ecco che ventiquattro ore prima della festa patronale l’Autorità portuale decide di revocare il permesso, dato in precedenza, per motivi di sicurezza. Conclusione, niente fuochi. E quest’anno cosa accadrà? L’argomento è diventato già oggetto di dibattito con largo anticipo.

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mercoledì, 23 ottobre 2024

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