Coda Donnarumma e Rosina: questo il possibile tridente contro il Bari

SERIE B

Salernitana, tutto in 180 minuti

I granata si giocano i playoff con Bari e Frosinone all'Arechi. Bollini deve rianimare l'attacco

SALERNO. Dikembe Mutombo, possente centro che ha dominato la scena del basket americano sul finire degli anni ’90, era solito respingere gli attacchi avversari con stoppate cui seguiva il grido “Not in my house”: non in casa mia. Il pitturato, l’area in prossimità del suo canestro, erano praticamente di sua proprietà. Not in my house: molto più di un semplice slogan o modo di dire perché il congolese faceva sul serio, aggiungeva alle parole i fatti. Il suo grido dovrà inevitabilmente farlo proprio anche la Salernitana se vuole continuare a sognare un posto nei playoff. C’è il rammarico per non aver sfruttato i passi falsi delle avversarie ma a guardare il bicchiere mezzo pieno non può passare inosservato il fatto che il distacco dall’ottava piazza è diminuito. Per eliminare definitivamente il gap e tentare lo sprint nella volata finale l’Arechi dovrà rappresentare molto più di un semplice fortino.
Nel giro di una settimana Bari e Frosinone - due dirette concorrenti - faranno tappa a Salerno (arriverà anche l’Avellino in un derby che si preannuncia infuocato) e l’impianto amico deve necessariamente trasformarsi in un catino bollente.
Non sono ammessi ulteriori passi falsi anche perché - a guardare il rendimento delle altre - non c’è altro da fare se non vincere. La Salernitana ha costruito le sue fortune all’Arechi ma resta la peggiore tra le grandi per punti conquistati in casa. Insomma: serve uno stadio amico, alleato e pure paziente, capace di trascinare i granata in paradiso e spalancare le porte dell’inferno ai baresi, “nemici” per un giorno.
Il gemellaggio e l’entusiasmo, sponda Salerno, sono gli ingredienti che gonfiano numeri e fanno pensare ad un grande spettacolo sugli spalti. I diecimila non rappresentano un ostacolo irraggiungibile perché i tagliandi venduti sono già 3.851 (1786 quelli per gli ospiti). Incollata alle zone nobili della classifica, la Salernitana sa bene che per entrare nell’élite c’è bisogno di maggiore energia, di freschezza in campo ma pure di vigore e vivacità che l’Arechi, quando vuole, sa regalare come pochi altri stadi riescono a fare.
Coda rappresenta l’altro elemento cui aggrapparsi in questo intenso finale di stagione. L’attaccante continua a fare i conti con le personali difficoltà (ma è l’intera squadra a soffrire ultimamente: a Vercelli è arrivata la terza gara, nelle ultime quattro, senza segnare) ma i 596 minuti di digiuno sono figli dell’inevitabile stanchezza (è dal 30 dicembre che non tira il fiato, fuori solo per 12 giri di lancette a Vicenza) e di una sfortuna prolungata. L’anno scorso, contro il Bari, riaccese le speranze in una pazza partita dopo la doppietta di Donnarumma che ha segnato il suo ultimo gol in tandem proprio con il metelliano (in casa con il Brescia). Domani l’attaccante di Torre Annunziata potrebbe riposare perché oltre all’inamovibile centravanti sembra certo l’impiego del grande ex di turno, Alessandro Rosina. Ha voglia di rivalsa e pure di eguagliare i numeri che ha fatto registrare proprio in maglia Bari il trequartista. «Doppia- doppia» condita da 11 gol e 14 assist e play offconquistati lo scorso anno con i galletti. Sprocati ed Improta, assieme a Donnarumma, si giocano l’ultima maglia nel tridente per andare all’assalto del Bari.

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mercoledì, 23 ottobre 2024

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