Il fatto

Esclusivo. Parla il cliente della prostituta uccisa: «Andava con i ricchi. Il giro è salernitano»

Il racconto: «Riusciva a guadagnare anche 800 euro in un fine settimana»

«Dolce, tranquilla e con tanta voglia di divertimento. Vivere insieme una esperienza in assoluta riservatezza e complicita!!! Sensualita e fantasia sono le mie passioni... Se vuoi momenti davvero irripetibili. Sono così come mi vedi, ancora piu bella dal vivo. Chiamami».. E di seguito tre cuoricini, più un numero di telefono che ieri risultava spento, ma con la segreteria ancora attivata. Un viso da bambina e un corpo mozzafiato quelli di Mariana Tudor Szekeres, che su un sito salernitano di incontri, specializzato in offerte hot, erano richiestissimi.

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Tra gli ultimi clienti della 19enne ritrovata morta domenica pomeriggio in un terreno incolto tra Fuorni e via San Leonardo, che sul web usava Alexa come nome d’arte, c’è anche Fabio, nome ovviamente di fantasia, 48enne salernitano che non più tardi di due mesi fa aveva composto il numero di cellulare di Mariana/Alexa che compariva sul suddetto sito di incontri sotto le foto della ragazza, che lasciavano davvero poco all’immaginazione e che tuttora sono presenti in Rete, per richiedere la sua compagnia, di cui aveva poi effettivamente goduto. È proprio lui che, quando ha riconosciuto il viso di Mariana sulle prime pagine dei quotidiani, ha voluto raccontare la sua esperienza con la speranza che quel poco che la ragazza gli ha rivelato di lei durante il loro fugace incontro possa essere di qualche utilità nelle indagini ancora in corso volte all’individuazione del suo assassino. «Alexa, così mi ha detto che si chiamava, non batteva il marciapiede – racconta l’uomo – bensì usava il web per essere trovata e contattata dai suoi clienti che pagavano non poco per ottenere i suoi servizi. Diciamo che era una escort, disposta a trascorrere anche più di qualche ora con il proprio cliente visto che accettava anche di vendere la sua compagnia per interi weekend. Mi disse che qualche giorno prima del nostro incontro era stata a Capri per un fine settimana con un cliente molto facoltoso e si era divertita parecchio».

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La ragazza, stando ai racconti di Fabio, non disdegnava neanche i cosiddetti “festini”, serate private a base di sesso e cocaina a cui partecipava dietro lauti compensi. «Quando ho saputo della sua morte ho subito pensato a una serata del genere finita male. Che però il suo cadavere sia stato ritrovato in un terreno incolto della zona industriale mi è parso molto strano. Lei non bazzicava quelle zone, non si prostituiva in strada e soprattutto non era una sprovveduta. Penso sinceramente che qualcuno l’abbia portata lì dopo la sua morte per depistare le indagini».

Dichiarazioni forti, quelle di Fabio, che potrebbero aprire nuovi scenari su una vicenda che ha ancora tanti, troppi lati oscuri. L’ipotesi del serial killer delle lucciole, però, giorno dopo giorno, testimonianza su testimonianza, tende a sgonfiarsi. Mariana era solita accogliere i suoi clienti nella veranda, a quanto pare abusiva, ricreata su un terrazzo di un palazzo in via Settimio Mobilio, una sorta di garconierre che probabilmente condivideva con le sue compagne di casa che facevano lo stesso suo lavoro per guadagnarsi da vivere.

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Un modo di far soldi che però non si limitava a semplice sopravvivenza ma comprendeva borse griffate e vestiti costosi. «Riusciva a guadagnare anche 800 euro in un fine settimana – ricorda ancora Fabio – non era una da 20 euro a prestazione e, soprattutto, non andava con chiunque. Selezionava bene i suoi clienti».

Chi sia stato l’ultimo a vedere in vita Mariana ora stanno cercando di scoprirlo gli inquirenti che stanno battendo tutte le piste possibili. Al giallo della morte della 19enne, nelle ultime ore si è poi aggiunto quello della scomparsa delle sue coinquiline, sue connazionali che da ieri l’altro risultano introvabili. A meno che, a conoscenza di qualche particolare scottante, le due non abbiano preferito far perdere le loro tracce per evitare eventuali e tragiche conseguenze che potrebbero derivare da una loro eventuale collaborazione con le forze dell’ordine.

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