I residenti: «Siamo in balìa di chiunque»

La zona è meta del sesso a pagamento. Chi ha protestato si è trovato un coltello puntato addosso

SALERNO. «Hanno ammazzato una prostituta? Un altra. Qui dietro ci è un viavai continuo, siamo in balìa di chiunque». I residenti della zona arrivano alla spicciolata: qualcuno a piedi, appena nota i lampeggianti della polizia, altri in serata, tornano a casa a bordo delle auto dopo la domenica trascorsa fuori e chiedono cos’è quel trambusto che ancora una volta stravolge il silenzio di una parallela di via San Leonardo, a ridosso delle corsie della tangenziale. Ci abitano in tutto quindici famiglie, e alla presenza di quelle coppie che di sera si appartano sulla via che conduce ai loro appartamenti ci hanno fatto l’abitudine. «Certo che lo abbiamo segnalato – spiega Nicola Memoli – Dopo l’omicidio di Capodanno ci siamo fatti sentire anche con più insistenza, ma non c’è niente da fare. La strada è pubblica, non la possiamo chiudere con i cancelli, e quando notiamo qualcuno è meglio che filiamo dritto e facciamo finta di niente. A me è capitato, una sera, di richiamare qualcuno che stava salendo sino alle case: mi sono ritrovato un coltello puntato addosso, mi hanno detto “fatti gli affari tuoi ché è meglio”. Guardate, sul ciglio della strada ci sono preservativi e fazzoletti sporchi, è quello che ci lasciano quando se ne vanno».

Al terreno dove ieri è stato trovato il corpo di Mariana Szekeres si accede dal sottopasso alle spalle delle palazzine nuove (non distante dalla nuova sede di Equitalia) e da un altro a via Dei Carrari, a ridosso degli uffici della polizia municipale. Nelle vicinanze ci sono i piazzali dello stadio Arechi, dove il cartello di “area sottoposta a controllo antiprostituzione” suona come uno sberleffo. È da lì, e dalle limitrofe via Wenner e via Allende, che lucciole e clienti si spostano per appartarsi nelle stradine limitrofe, come quelle da cui si accede all’appezzamento che il killer ha scelto per abbandonare il cadavere. Stavolta era più dentro rispetto ai varchi d’ingresso, quasi al centro dell’area. Per questo può non essere stato visto da chi frequenta la zona, anche se era lì da giorni. Lo stesso Memoli non lo ha notato quando ieri mattina è andato a portare lì i suoi due cani. «Ci vado spesso – commenta – ma in questi giorni non mi sono accorto di niente». La zona è frequentata anche da un pastore che alleva pecore, e che a Capodanno scoprì il corpo dell’altra prostituta assassinata. E c’è pure che lì dietro va per onorare un lutto: è il genitore di un giovane che pochi mesi fa assunse lì la sua ultima dose di droga e fu trovato senza vita in un’auto. «Il padre viene qui un giorno sì e uno no – dicono i residenti – ed è una pena». (c.d.m.)

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