Il delitto

Prostituta uccisa a Salerno, l'ombra del racket

Mariana potrebbe essere stata uccisa da chi "gestisce" il territorio. Resta l'ipotesi serial killer. Test del dna per risalire all'identità dell'assassino

SALERNO. A Salerno Mariana Tudor Szekeres era arrivata da quattro mesi e non da sola. Abitava con il marito e altre due ragazza in via Mobilio e pare che questa sia stata la sua prima meta dopo il viaggio dalla Romania all’Italia.

La scomparsa. Sono state le amiche, anche loro straniere e anche loro nel giro della prostituzione, a segnalare alle forze dell’ordine che Mariana era sparita. Hanno presentato la denuncia di scomparsa il 1° maggio, dopo che la sera prima la giovane (che il prossimo ottobre avrebbe compiuto vent’anni) era uscita di casa e non vi aveva più fatto ritorno. Sarebbe andata via sul tardi, quando erano già le 11, con indosso una canotta nera e i pantaloncini cortissimi che la polizia le ha ritrovato abbassati alle caviglie, insieme agli slip, quando domenica pomeriggio è stato scoperto il cadavere. Secondo i primi accertamenti è stata uccisa nella stessa notte della scomparsa, ma non è chiaro se l’omicidio sia avvenuto nel luogo del ritrovamento o se invece la donna sia stata trascinata soltanto dopo nel terreno incolto tra via San Leonardo e via Dei Carrari, dove il corpo è stato rinvenuto in avanzato stato di decomposizione. Ed è sul tragitto e gli incontri che la donna può aver fatto quella sera, quando il marito ha detto di averla vista per l’ultima volta, che si stanno concentrando le indagini.

L'ANALISI di Gennaro Avallone

La pista del racket. L’uomo è stato sentito a lungo dagli investigatori, in qualità di persona informata sui fatti. I poliziotti della Squadra Mobile, coordinati dal vicequestore Tommaso Niglio, hanno ascoltato pure le amiche della ragazza e molte colleghe di strada, per trarre elementi di conferma su quelle che restano al momento le due ipotesi investigative: un serial killer (un maniaco che si fingerebbe cliente per poi uccidere) oppure un “protettore” che rivendica il controllo della zona, punendo chi è fuori dal giro. Secondo le indiscrezioni negli ambienti investigativi si dà più credito a questa seconda pista, anche perché le prostitute che frequentano la zona continuano a non offrire agli inquirenti la collaborazione che ci si poteva attendere da persone spaventate dall’incubo di un omicida seriale. Ma al momento non si esclude ancora nulla e si aspettano i risultati dell’autopsia per la conferma che l’assassino di Mariana sia lo stesso che a fine dicembre ha strangolato e ucciso un’altra “lucciola”, Alina Roxana Ripa, ritrovata senza vita nello stesso appezzamento di terreno.

leggi anche: Salerno, nuda e strangolata, incubo serial killer Il corpo ritrovato nella zona di via San Leonardo domenica pomeriggio è della ventenne ucraina Mariana Szekeres. Ora è caccia all'assassino: il 31 dicembre rinvenuto il cadavere di un'altra lucciola nello stesso luogo

Il test del dna. L’esame autoptico sarà disposto nei prossimi giorni, appena il freddo della cella frigorifera avrà ricostituito sul cadavere le condizioni per renderlo praticabile. Intanto ieri mattina il medico legale Adamo Maiese ha eseguito alcuni prelievi di tessuti per isolare il dna della vittima e verificare la presenza sul corpo di caratteri genetici di altre persone. Per questo sono stati prelevati alcuni campioni sotto alle unghie della vittima, che prima di morire potrebbe essersi difesa. Al momento sul corpo non risultano altri segni di violenza oltre alle conseguenze dello strangolamento, ma non è escluso che la donna sia stata colpita alla testa prima di essere soffocata. Dai primi rilievi emerge che potrebbe essere stata trascinata per qualche metro, quando era già senza vita, ma il fango solidificato che aveva sotto le scarpe altissime lascia pensare che abbia percorso da sola un tratto di quel fondo incolto o di altre aree sterrate.

I sopralluoghi. Per rintracciare altri elementi gli inquirenti programmano di tornare sul luogo dove la ventenne è stata ritrovata senza vita. Un nuovo sopralluogo potrebbe essere disposto nei prossimi giorni dai sostituti procuratori Maria Chiara Minerva e Claudia D’Alitto, che stanno coordinando le indagini. Nella zona non sono stati ritrovati né documenti, né telefoni cellulari e altri oggetti che potessero appartenere alla vittima. C’era solo lei, seminuda, riversa tra i rovi e ricoperta in malo modo da fasci di erba secca che doveva essere stata recisa da poco quando l’assasino ha abbandonato lì il cadavere. Il biondo dei capelli delle sue ultime foto era stato sostituito da un color rame, ma l’anello che portava a un dito ha cancellato ogni dubbio che fosse lei.

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