La polemica

San Matteo, l'autogol del Comune

Divieti e disagi creati ad arte: caos per la carenza di transenne, pochi vigili E l’assenza degli altoparlanti ha escluso i fedeli e rallentato il ritmo

SALERNO. Più che una processione è stata una corsa a ostacoli. E com’era prevedibile, i disservizi non sono mancati. Perché abolire le transenne, negare l’autorizzazione per gli altoparlanti, poi quella per lo spettacolo pirotecnico e costringere a una drastica cura dimagrante il numero degli agenti della polizia municipale in servizio, non poteva garantire la perfezione, indipendentemente dall’impegno della Curia e dalla buona educazione mostrata da portatori e fedeli.

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Ma per carità, c’è chi riesce a dirti che non vogliono sentir parlare di complotto. «Sono alle prese con squilibri di bilancio, questioni di affrontare per quanto riguarda strade e scuole, può mai essere un problema la processione di San Matteo? Per favore, finiamola con le polemiche inutili», sbotta infastidito il presidente della Provincia Giuseppe Canfora prima di riagganciare il telefono. Peccato però che anche dodici mesi fa ci fossero problemi da affrontare, solo che in quel caso non ostacolarono la sua partecipazione al seguito del santo patrono, con tanto di fascia blu e gonfalone di Palazzo Sant’Agostino. Di cui, invece quest’anno non c’era traccia. Impossibile sapere perché il Comune abbia abdicato al tricolore e allo stemma (che tra l’altro, raffigura proprio San Matteo). Il sindaco Vincenzo Napoli fa sapere di non volerne parlare. E buona parte della giunta, raggiunta telefonicamente, lascia chiaramente intendendere di non voler esprimere nessuna posizione.

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Chi invece parlerà, sarà l’arcivescovo Luigi Moretti, che ha convocato una conferenza nella quale, domani mattina, tirerà le somme di una processione che da occasione di festa si è trasformata nell’ennesimo, provincialissimo, focolaio di conflitti. «Credo che tutto questo a cui abbiamo assistito non abbia niente a che vedere con la vera politica – commenta Enzo Acconciagioco della Rsu dei vigili urbani – ma è di certo l’ennesima riprova di come la nostra comandante non sia stata attenta: hanno autorizzato al riposo festivo trenta colleghi, salvo poi ricorrere allo straordinario per trentasei uomini, con uno spreco di 144 ore». Nonostante questo, i caschi bianchi presenti mercoledì sera in città, erano pochi. Anzi pochissimi. «Se è per questo non c’era neppure il plotone d’onore della polizia municipale che ha preso parte ogni anno alla processione – incalza Pasquale Abignano della Cgil – Il motivo? Immagino saranno arrivate direttive in tal senso».

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E le transenne? «Lo hanno notato in tanti – spiega Donatella Fiorillo, commerciante – Ci sono sempre state ed era giusto che fosse così, per tutelare la sicurezza. Invece questa volta le hanno messe a macchia di leopardo, dove proprio non potevano farne a meno. Ed è stato solo merito dei salernitani, che hanno dimostrato buon senso, se non è successo nulla di spiacevole». Nel tratto di via Roma, infatti, mamme con i passeggini e ragazzi con al guinzaglio i propri amici a quattro zampe, zigzagavano smarriti tra gli esponenti della Curia intenti a leggere preghiere che nessuno poteva ascoltare.

Anche l’autorizzazione per gli altoparlanti che hanno sempre accompagnato l’intero percorso della processione, è stata infatti negata per un cavillo burocratico, quasi a voler mettere a tacere le voci fuori dal coro. «Non si sentiva niente – conferma Monica Santoro, insegnante – si faceva veramente fatica a seguire cosa stava accadendo. E gli stessi portatori erano in difficoltà nel rispettare i tempi. Per esempio, in piazza Portanova, durante la preghiera per i sofferenti, mancavano due statue, perché le paranze si erano già avviate verso via dei Principati». Viceversa, in tanti altri momenti, il corteo si è bloccato, allungando e di tanto i tempi della processione, dal momento che era impossibile comunicare con l’ausilio di un semplice megafono.

Non ultimi i bus, che come è consuetudine nei festivi, si sono visti con il cannocchiale, lasciando in difficoltà diversi fedeli che hanno atteso invano, per ore, il loro passaggio. Ma si sa, a Salerno il servizio di trasporto pubblico fa acqua da tutte le parti e si incrementa in un’unica occasione e per quasi quattro mesi l’anno: Luci d’artista. Chi abita lungo la traiettoria delle navette ha un bonus in più per non prendere l’auto o per evitare attese snervanti. Tutti gli altri, se ne facciano una ragione.

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