San Matteo

Il boicottaggio finisce in Procura

Esposti dei consiglieri di opposizione sull’assenza del gonfalone

SALERNO. Il boicottaggio del Comune e della Provincia alla processione di San Matteo rischia di avere ripercussioni giudiziarie. Già, perché la mancata partecipazione dei rappresentanti dei due enti e, soprattutto, l’assenza del gonfalone, sarà segnalata in Procura e in Prefettura.

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A decidere di passare alle vie di fatto sono stati i gruppi consiliari di Forza Italia e di Attiva Salerno, in virtù dell’articolo 5 del regolamento comunale, che prevede che il gonfalone debba obbligatoriamente essere presente «nelle cerimonie civili, patriottiche e religiose», tra cui anche la festa patronale. Da qui la decisione di produrre un esposto, in cui verrà messo in risalto anche l’assenza della polizia municipale lungo il percorso della processione. «Siamo di fronte a un abuso etico, politico e amministrativo – evidenzia Roberto Celano, capogruppo forzista a Palazzo di Città – in quanto il gregge di famiglia, per compiacere o per timore di ripercussioni, non solo non ha rispettato il santo patrono, calpestando i sentimenti di salernitani e l’orgoglio di appartenere ad una comunità, ma ha compiuto un vero e proprio abuso, impedendo la presenza del gonfalone, che non appartiene né ad un sindaco pro tempore e neppure a una famiglia. Piuttosto è patrimonio di un’intera comunità».

Proprio per questo Celano rimarca come il gesto non possa essere considerato «solo un abuso morale o politico, ma ancora una volta si sono calpestate le regole, oltre al buon senso». «Qualcuno – aggiunge – probabilmente credeva che il capo della chiesa si genuflettesse all’arroganza del potere. Ma nessuno potrà imporre al papa di scegliersi l’arcivescovo». Sulla stessa lunghezza d’onda è pure il capogruppo di Attiva Salerno, Ciro Russomando. «L’assenza del gonfalone è stata vergognosa, come la mancanza di vigili e transenne». Non calca la mano, invece, il vice coordinatore provinciale azzurro, Gaetano Amatruda, che piuttosto preferisce parlare di «mancanza di buonsenso». «Il Comune, però – chiarisce Amatruda – è ancora in tempo per rimediare: porti il gonfalone nell’atrio del Duomo per chiedere scusa alla Chiesa e alla città. Su questi temi non si possono alimentare divisioni».

Altri due consiglieri di opposizione, invece, scelgono strade diverse. Antonio Cammarota (La nostra libertà) produce un’interrogazione, chiedendo «le motivazioni sull’assenza del gonfalone e della fascia tricolore». Dante Santoro (Giovani salernitani), al contrario, preannuncia la nascita del comitato “Giù le mani da San Matteo”.

Sceglie la strada giudiziaria, infine, pure Raffaele Adinolfi, segretario campano del “Popolo della Famiglia”. «Abbiamo dato mandato ai nostri legali – spiega Adinolfi – di predisporre un esposto alla Procura nei confronti del sindaco e del presidente della Provincia per accertare se vi siano state omissioni di atti di ufficio».

«Dispiace per le singole persone – conclude – ma non abbiamo altre soluzioni per difendere le istituzioni, la dignità dei cittadini, la tradizione dei salernitani».

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