Salerno

Parla il marito della donna uccisa: "Non volevo che si prostituisse"

Il suo legale: "Era a piedi e non ha potuto dare l'allarme della scomparsa, è sconvolto dal dolore"

SALERNO. Stringe tra le mani la foto della sua giovane e bellissima moglie, il cui assassino non ha ancora nè un nome nè un volto, mentre le lacrime gli rigano il volto. Mihai, poco più di trent’anni, viso emaciato e fisico asciutto, bassino di statura e apparentemente fragile, non avrebbe mai immaginato che il suo viaggio in Italia l’avrebbe reso vedovo. Tutto immaginava, quando poco più di tre mesi fa era arrivato dalla Romania a Salerno con la sua Mariana e le sue due amiche, fuorché di perdere la donna che era diventata sua sposa circa un anno fa. Questo almeno ciò che racconta l’avvocato dell’uomo, Giovanni Alfinito, che da lunedì scorso lo assiste legalmente e psicologicamente.

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Il racconto del marito. «È molto provato e non si dà pace per ciò che è successo», afferma il legale che, parlando del marito di Mariana Tudor Szekeres, la 19enne trovata morta domenica pomeriggio in un fondo agricolo della zona industriale, delinea il profilo di un ragazzo perdutamente innamorato della sua giovane moglie che però, nonostante l’amore, faceva prostituire, a casa e successivamente in strada. «Lui non voleva, non voleva assolutamente – ribadisce l’avvocato – era lei che attratta dalle immense possibilità di guadagno che potevano provenire dall’attività di escort si era trovata nel giro insieme con le sue amiche». Sta di fatto, però, che Mihai, al quale gli inquirenti hanno chiesto di non lasciare Salerno nel caso in cui abbiano la necessità di risentirlo, da quando era giunto in città non aveva mai lavorato e viveva, di fatto, con i soldi guadagnati dalla moglie che vendeva, con grande successo, i suoi servizi anche su internet. «Era in cerca di un’occupazione – continua il suo legale – e probabilmente si arrangiava con qualche lavoretto sporadico ma era totalmente estraneo a giri loschi. Anzi, forse è stata proprio l’estraneità a questo mondo ad avere avuto un peso determinante nella tragedia avvenuta. Forse Mariana ha pestato i piedi a qualcuno», ipotizza l’avvocato. Su come l’amore circa un anno fa sia nato tra Mihai e Mariana, l’uomo preferisce non parlare; sul perché abbiano scelto Salerno come meta del loro viaggio partito da Campulung, piccolo paese nella regione a Muntenia, in Romania, e con quali prospettive nemmeno. Possibile, a detta dell’avvocato del 30enne, che l’uomo, sua moglie e le due ragazze che abitavano con la coppia nell’appartamento di via Mobilio, ora vuoto, siano partiti alla volta dell’Italia per tentare la fortuna ma una volta arrivati a Salerno si siano resi conto che l’attività più redditizia, almeno per le donne, era quella di vendere i loro corpi. E così via alle foto hard su un frequentatissimo sito di incontri che consentiva alle ragazze, e anche allo stesso Mihai, di avere un reddito.

La collaborazione con gli investigatori. «Il mio assistito – continua l’avvocato Alfinito – proprio perché estraneo all’attività che sua moglie svolgeva, per giunta contro la sua volontà, ha subito deciso di collaborare con gli inquirenti quando ha saputo del ritrovamento del corpo ma non ha la minima idea di chi possa essere stato a uccidere la ragazza». Eppure non è stato lui il primo a denunciare la scomparsa di Mariana quando il primo maggio scorso, la donna non è tornata a casa. «Era a piedi – ha giustificato il legale – e così lo hanno fatto le due coinquiline che però dopo la denuncia hanno immediatamente lasciato l’appartamento che condividevano forse perché sapevano di rischiare qualcosa anche loro».

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Mihai è così rimasto solo. Poi, la notizia del ritrovamento del cadavere che l’ha «psicologicamente distrutto», afferma l’avvocato.