L'inchiesta

«Nessun abbattimento a Pollica»

Abusi edilizi, l’amara constatazione del vice procuratore generale Aldo De Chiara. E l'ex presidente del Parco Tarallo: «La verginità di Acciaroli è una montatura»

POLLICA. «Se Acciaroli è un comune virtuoso qualcuno mi dica se ha mai fatto una demolizione». Nella perla baciata dalle vele blu e dagli osanna ambientalisti, il vice procuratore generale di Salerno Aldo De Chiara è di casa da anni. Qui ha scelto di venire in vacanza, senza mai rinunciare all’integrità del magistrato. La stessa che lo aveva guidato quando da procuratore aggiunto a Napoli mise i sigilli alla villa di Montezemolo a Capri. La domanda di De Chiara trova una risposta parziale ma oggettiva nei numeri raccolti da carabinieri e forestale, che non fanno sconti a nessuno. Pare nemmeno a Acciaroli. L’Arma negli ultimi tre anni ha operato in tutta l’area del comune, da San Mauro a Pioppi, fino al centro del celebrato borgo, quasi cento sequestri. Uno degli ultimi, quello che ha bloccato 25 appartamenti sull’alveo del torrente Mortelle a febbraio scorso, è andato a buon fine anche grazie alla segnalazione del magistrato napoletano dopo che un esposto dell’ex presidente del Parco, Giuseppe Tarallo, non era andato a segno. I militari di Pollica hanno messo sotto sequestro il cantiere che stava realizzando un residence turistico-ricettivo a pochi metri dal mare e a ridosso del fiume, piano da milioni di euro autorizzato dalla Giunta guidata da Stefano Pisani. Nel parco del Cilento non è una novità.

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«In molti comuni abbiamo fatto una serie di sequestri – sottolinea il capo ufficio della Forestale di Vallo Fernando Sileo – e tra questi anche quello di Acciaroli. A Pioppi oltre al residence alla foce del fiume, siamo intervenuti anche per fermare un albergo a tre piani dal valore di milioni di euro con autorizzazioni formali ma illegittime in una zona vincolata. Si tratta di imprenditori locali che investono nel mattone». Sempre a Mortelle è stata sequestrata una villa privata, diverse villette fronte mare sono finite nelle maglie dei controlli a Pioppi e qualche problema di permessi discutibili si è registrato anche nel centro del paese. Contestate strutture in difformità in molti casi, distanze minime dal torrente irregolari e la legittimità delle autorizzazioni. Tutto poi da dimostrare nel procedimento penale ma Acciaroli, che resta una delle mete estive più frequentate e alla moda, sembra aver perso la sua verginità.

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«La diversità o la verginità di Acciaroli è stata più che altro un’invenzione giornalistica – dice Giuseppe Tarallo, ex sindaco di Montecorice ma soprattutto ex presidente del Parco del Cilento. In quel comune hanno sempre utilizzato la proroga dei tempi sulle concessioni edilizie con l’escamotage delle varianti. Quel residence di 25 appartamenti, in un primo momento bocciato dall’Ente Parco, è stato possibile a seguito dell’accoglimento dell’osservazione voluta dal sindaco Vassallo prima che venisse orrendamente trucidato, al Piano del Parco. E che ha comportato la trasformazione dell’area interessata da zona C (area di protezione, a carattere rurale) in zona D o zona di sviluppo. Ma al d là della discutibile modifica in quell’area, l’edificazione contrasta anche con la prescrizione dello stesso piano regolatore di Pollica. Purtroppo alcuni comuni del Cilento e tra questi anche Montecorice, danno concessioni a scopo turistico ricettivo perché porterebbero sviluppo, bisogna vedere se portano anche qualcos’altro». Oltre all'ex presidente del Parco e al viceprocuratore generale di Salerno, il primato ambientale di Acciaroli sembra minacciato anche dalle parole del comandante della Forestale, Marcello Russo, che allarga le braccia. «È certamente virtuoso dal punto di vista naturalistico ma da quello antropico un po’ meno...». (f.f.)

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