Gli assenteisti tornano al lavoro ma la polizia li caccia

Tre dei 12 denunciati si sono presentati al presidio di via San Leonardo Le indagini della guardia di finanza continuano: ascoltati i dirigenti

SALERNO. Assenteisti “incalliti” fino a ieri l’altro – protagonisti di uno degli scandali più vergognosi degli ultimi anni – poi, una volta scoperti e denunciati, indefessi lavoratori. Così intimamente attaccati alla loro occupazione più volte ripudiata in favore di spiagge, centri commerciali, partite a carte e passeggiate romantiche da voler prestare il proprio servizio anche quando è la legge che non glielo consente. A presentarsi ieri mattina al “Ruggi” sul proprio posto di lavoro come se niente fosse successo, come se non fossero mai stati raggiunti da una misura interdittiva eseguito dai militari della Guardia di finanza ed emesso dal gip Sergio De Luca, sono stati in tre: la caposala del reparto di Otorinolaringoiatria, Carmela Di Paolo, l’infermiere Enrico Severino e uno dei più accaniti truffatori scoperti – a definirlo così lo stesso giudice De Luca – il sindacalista Carmine De Chiaro.

leggi anche: Timbravano il cartellino e andavano a fare la spesa, dieci sospensioni al Ruggi La guardia di finanza ha arrestato dieci persone che, con la complicità dei colleghi, risultavano regolarmente sul luogo di lavoro ma in realtà si occupavano altrove di faccende personali
Nei primi due casi, è bastato un intervento del primario del reparto a far capire che lì, nelle corsie di quell’ospedale che avevano così palesemente offeso e tradito, non ci potevano stare, la loro presenza oltre a non essere gradita era fuori legge. A invitare all’uscita De Chiaro, invece, sono stati gli agenti di polizia del drappello ospedaliero chiamati da un dirigente non appena il sindacalista è stato visto aggirarsi tranquillamente per i corridoi del “Ruggi”.

Tolto questo episodio alquanto paradossale, nel giorno successivo al terremoto che ha destabilizzato non poco l’Azienda ospedaliera universitaria di via San Leonardo, al’interno dell presidio l’aria che si respirava era ancora piuttosto pesante: fonti interne agli uffici parlano di una «paura diffusa» nei reparti perchè il giochetto del “Passa il badge anche per me mentre vado a parcheggiare” sembra essere quasi consuetudine tra i dipendenti, tanto tra i “sottoposti” che tra i dirigenti. E tutti hanno paura che fra quegli 850 nomi scritti nelle carte ancora al vaglio della guardia di finanza possa esserci il proprio.

Intanto già ieri l’inchiesta in corso ha fatto un notevole “upgrade” in quanto sono stati convocati in caserma alcuni dirigenti dei dipendenti denunciati; almeno un paio sono stati già ascoltati dai militari che mirano a fare assoluta chiarezza su un vero e proprio sistema delinquenziale messo in piedi all’ospedale nel quale è necessario scoprire l’eventuale ruolo ricoperto anche da chi aveva il compito di controllare e non l’ha fatto.

A questo proposito è chiaro che i vertici d’azienda, dopo questa ennesima doccia fredda, stanno già pensando al dopo “Just in time” – questo il nome dell’operazione condotta dalla Gdf – tant’è che negli uffici amministrativi già si parla di un inasprimento dei controlli, che potrebbero essere previsti a sorpresa anche di notte.

Ma per ora si tratta solo di intenzioni. È chiaro che lo scandalo scoppiato al “Ruggi” ha colpito molto l’opinione pubblica, sono quindi in tanti a sperare che episodi del genere non si verifichino più. perchè quelle scene immortalate dalla guardia di finanza nei video che hanno incastrato gli assenteisti sono senza dubbio uno schiaffo in faccia a chi un lavoro non ce l’ha e lo cerca disperatamente per mandare avanti la propria famiglia

leggi anche: Scandalo assenteismo: a maggio le prime verifiche sui cartellini La verifica interna partita dopo la scoperta di anomalie sulle ore di servizio: le buste paga gonfiate hanno fatto scattare i controlli
Sono state proprio quei fotogrammi a far giungere i militari all’identificazione dei primi indagati (Enrico Severino, Francesco Fasano, Antonio Criscuolo e Lucia Grillo, quest’ultima indagata a piede libero). A questi dipendenti veniva affidato l’incarico di timbrare con più frequenza i cartellini per conto dei colleghi “assenteisti”. La seconda fase investigativa, invece, ha riguardato i beneficiari delle condotte fraudolenti dei “badgisti”. Attraverso l’incrocio dei dati forniti dall’Ufficio personale dell’Azienda ospedaliera euno specifico software informatico, è stato chiuso il cerchio suiprincipali utilizzatori del collaudato meccanismo fraudolento. I più accaniti – come scritto, appunto, nell’ordinanza – sono risultati essere Vincenzo Califano di Nocera Inferiore, la già menzionata Carmela Di Paolo, Maria Luisa Palo di Montecorvino Pugliano, Santo Pepe, il noto sindacalista Carmine De Chiaro di Mercato San Severino, Elena D’Ambrosio, Ciro Cuciniello e Luisa Gargano (per la quale il gip ha respinto la misura cautelare). Si tratta di una caposala, quattro infermieri, due tecnici specializzati disinfettori e tre operatori sanitari. Tutti rispondono, a vario titolo, di truffa ai danni dello Stato e false attestazioni nell’utilizzo del badge.

E già la prossima settimana verranno sottoposti all’interrogatorio di garanzia. Va ricordato che a gettare i primi sospetti sulle condotte di coloro che poi sono stati effettivamente scoperti a truffare la Sanità pubblica è stato un sindacalista che fu il primo a presentare una denuncia riguardanti presunti illeciti che venivano commessi con i tesserini marcatempo. È chiaro che negli ambienti più omertoso e meno corretti del “Ruggi” il suo nome non è tra i più ben visti tant’è che addirittura si sta valutando, nelle stanze della Direzione, se prevedere un particolare programma di protezione per il sindacalista.