Politica

De Luca: «La seconda è la volta buona». Ma le primarie restano un rebus

Convocata per sabato la direzione regionale del Pd che potrebbe anche prendere altro tempo. Intanto il sindaco di Salerno annuncia la sua discesa in campo all'hotel Excelsior di Napoli: «Se qualcuno pensa che la Campania possa essere una colonia sbaglia»

«Come Giovanni Paolo II dico: Non abbiate paura, aprite il cuore alla speranza e, aggiungo io, anche alle primarie». Dopo cinque anni il sindaco di Salerno, Vincenzo De Luca, ci riprova e lancia da Napoli la sua candidatura alle primarie per la scelta del candidato del centrosinistra a presidente della Regione Campania. «Ci riproviamo - annuncia - e, come dice Renzi, la seconda volta è quella buona». «Ogni settimana persa è un punto in meno nella partecipazione dei cittadini - sottolinea -. Ogni settimana persa nella liturgia della politica politicante è un colpo». «Che state aspettando? - domanda riferendosi al suo partito - Io sono tra quelli che ritengono che le scelte andavano fatte te mesi fa. C'è voluta pazienza, che i tempi fossero maturi. Se qualcuno pensa che la Campania possa essere una colonia sbaglia - conclude - le soluzioni devono essere trovate qui».

De Luca e la legge Severino. «Una autentica oscenità, messa tra parentesi da un pronunciamento del Tar e del Consiglio di Stato». Vincenzo De Luca, sindaco di Salerno, spiega che la spada di Damocle della legge Severino ha rappresentato «una vera preoccupazione per le ricadute successive». Questo prima delle decisioni di Tar e Consiglio di Stato sul caso de Magistris. «Se Dio vorrà - afferma - cancelleremo dalla faccia di questo Paese la vergogna giuridica che è la legge Severino, l'atto con il quale il ceto burocratico di Roma ha cercato di stringere nell'angolo e rendere più ricattabili quegli esponenti del mondo politico più esposti». «Oggi non abbiamo più scuse - precisa - andiamo avanti con tranquillità e avviamo la nostra battaglia». «Ribadisco il mio pieno rispetto per l'autonomia giudiziaria, l'essenzialità del controllo - aggiunge - e con altrettanta e assoluta fermezza ribadisco che ripeterei tutti gli atti amministrativi che ho approvato». «Non sono un motivo di imbarazzo, ma di orgoglio perchè abbiamo dimostrato di essere classe dirigente che non ha la paura della firma - conclude - ma che ha il coraggio di approvare e concretizzare i processi di trasformazione urbana, di aprire cantieri, di riposte dire ai drammi sociali».

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Le primarie restano un rebus. La direzione regionale del Pd è stata convocata per sabato alle 9.30 nella sede dell'associazione "Oltre il Chiostro", nel complesso monumentale di Santa Maria La Nova a Napoli. La direzione dovrà affrontare alcuni nodi relativi alle primarie in vista delle elezioni Regionali della prossima primavera: sul tavolo anche la possibilità di trasformarle in primarie di coalizione, ipotesi che comporterebbe uno slittamento della consultazione già fissata per il 14 dicembre. Resta quindi grande incertezza rispetto alle primarie mentre si susseguono le presentazioni dei candidati. Alle 12.30 anche Angelica Saggese presenterà la sua candidatura alla stampa nel corso di una conferenza al Centro Eccellenze Campania di Napoli. Diretta streaming su questo sito.

Andrea Cozzolino durante la conferenza stampa di stamane a Napoli

Cozzolino: «Le primarie si faranno».  «Non vedo il rischio che saltino le primarie, questo è il partito di Matteo Renzi e quindi si faranno le primarie in ogni Regione». Lo ha detto l'europarlamentare Andrea Cozzolino rispondendo, nel corso della conferenza stampa di lancio della sua candidatura alle primarie del Pd per la Regione Campania, a chi gli chiedeva se ci fosse il rischio che le primarie alla fine saltino. «Si fanno - ha aggiunto - anche quando ci sono enormi calamità come il Liguria, dove sono state spostate all'11 gennaio ma si faranno. Si fanno in Veneto, Puglia non vedo perchè non dovrebbero farsi in Campania». Cozzolino si è detto «aperto» al dialogo con altre forze politiche «di profilo riformista» per l'allargamento delle primarie alla coalizione, precisando che «stamattina si è chiuso un capitolo - ha detto - chi voleva presentarsi, soprattutto se è un iscritto, un militante o un dirigente del Pd della Campania, lo ha fatto stamattina, se non lo ha fatto è perchè hanno fatto una valutazione politica di non dare in questo momento un contributo sul terreno delle primarie. Oggi si è chiusa una prima fase. Poi se il Pd ritiene di spostare di qualche settimana le primarie, chiameranno i candidati e si discuterà insieme». 

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Caldoro: «Ricandidarmi? A certe condizioni». «Servono determinate condizioni per la ricandidatura, oltre il partito». Non scioglie la riserva sulla sua ricandidatura a palazzo Santa Lucia il presidente della Regione Campania, Stefano Caldoro, ma dice: «Sono convinto che abbiamo lavorato bene in questi cinque anni». Il governatore difende così i risultati della sua squadra di governo di cui fanno parte, oltre a Forza Italia, Ncd, Udc, Fratelli d'Italia. «Io sono parte del gioco - afferma - non posso decidere di candidarmi, posso però offrire un governo». E tra le condizioni per la sua ricandidatura indica la consapevolezza del processo di riforma in atto, non ultima la sua proposta di superare l'attuale assetto delle Regioni, per arrivare a delle macro aree. «Il presidente uscente non deve per forza ricandidarsi - è il suo ragionamento - credo che un presidente di Regione debba stare in campo finchè è utile e lo è intanto finendo il mandato, senza però difendere quello che è stato conquistato, altrimenti non cambieremo mai».