Serie B

Salernitana "elettrica", scintille tra Lotito e Sannino

Il terzo pari consecutivo e la prestazione non sono piaciuti alla proprietà. Il co-patron: «Speso un budget di prima fascia, mai chiesta solo la salvezza»

SALERNO. «Quale obiettivo salvezza? Quale mandato, scusi, eh? Le pare che noi ci accontentiamo?». Il giorno dopo Ascoli-Salernitana, il co-patron granata Claudio Lotito concede un minuto di monologo e replica gelido a Beppe Sannino. A fine partita, consolandosi con la striscia positiva e la continuità – undici punti in dodici partite, tre punti nelle ultime tre – l’allenatore della Salernitana ha parlato di «salvezza come obiettivo stagionale, da centrare il prima possibile», perché «questo mi ha detto la società, questo è il mio mandato e poi tutto ciò che verrà sarà guadagnato».

Lotito non l’ha presa benissimo. «Sto impicciato - ha esordito – ho mille cose da fare, ho il Comitato e poi il Consiglio Federale», però poi ha fermato l’orologio ed è parso sorpreso e spiazzato dalle parole del tecnico che sono rimbalzate a Roma, ieri mattina. Un minuto di monologo, ma basta e avanza per chiarire che le aspettative presidenziali sono altre e più alte, insomma siamo agli antipodi. «L’ho già detto e lo ripeto: abbiamo speso, siamo in prima fascia per budget. La squadra allestita, se tutti giocano in un ruolo funzionale alle proprie caratteristiche e tutti si esprimono al meglio delle proprie possibilità, può competere con tutti. Mai parlato di obiettivo salvezza. Non ho ascoltato le dichiarazioni di Sannino ma voglio sperare che sia stato male interpretato. La proprietà ha profuso sforzi e non ha mai posto un obiettivo minimo. Noi non mettiamo limiti e ci aspettiamo il meglio».

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Sannino ad Ascoli ha cambiato in difesa schierando Tuia e in attacco rinunciando non solo a Donnarumma (ormai una costante) ma soprattutto al capitano e stakanovista Alessandro Rosina, salvo poi utilizzarlo nell’ultimo spezzone di gara. A centrocampo ha variato interpreti soprattutto per necessità, perché avrebbe voluto far riposare Della Rocca ma ha dovuto riproporlo perché Odjer era a mezzo servizio. Ha cambiato, continua a mischiare le carte ma le scelte non hanno prodotto gli effetti sperati, perché la Salernitana ha colpito la traversa solo su calcio piazzato di Caccavallo, autore poi alla ripresa del secondo tiro, un pallonetto, l’unico degno di nota. Gira e rigira, si ritorna alla «somma che fa il totale», frase celebre di Totò che Lotito aveva già chiamato in causa dopo l’1-1 con l’Entella. Poi ha rispolverato il vecchio adagio di Napoleone per dire che è «meglio un generale fortunato che bravo». Sannino ne ha preso atto, al termine della sfida all’Ascoli ha detto di essere «un generale fortunato» perché «è fortunato uno che allena la Salernitana», però è ovvio che avverta il peso della classifica che non migliora, anzi ristagna come la media punti. I granata non battono avversari dal 9 ottobre, sfida con il Benevento. Meglio di loro, nella classifica dei successi (che poi diventa pure la classifica generale) hanno fatto quindici squadre. Lotito ha chiesto di preferire il tiro al fraseggio, perché conta buttarla in porta. Nella notte del turnover, Sannino ha preferito giocare con un solo attaccante, cioè Coda, più Caccavallo. Niente cross, pochi tiri, un solo punto. Qual è l’obiettivo? Per Sannino, la continuità. Per Lotito, «vincere col Pisa per ritrovare posizioni di classifica più consone ai nostri investimenti».

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