La Salernitana va in bianco col PotenzaMa i granata allungano in classifica

Pareggio senza emozioni all’Arechi. Di Napoli entra nel finale ma non incide

 
Inconcludente, incapace, inerme: è la Salernitana più brutta della stagione eppure in una domenica grigissima e nera (a scrutare il colore dei volti e dei toni di alcuni dei protagonisti della macchina, presidente, dg, tecnico) scopre che la buona stella s’è accesa ancor di più. Perché bevuto l’amaro calice del pari senza mai aver impensierito l’avversario, la Salernitana deve ringraziare ilPotenza, umile ma forse un po’ presuntuoso in alcune ripartenze, ordinato ma spuntato. Poteva andarle peggio.Meglio ancora sono i risultati delle più immediate rivali.
Spuntata e senza gioco, la capolista guadagna un punto sull’Ancona battuto a Pistoia e vede a 10 il vantaggio sulla seste. Nelle giornate più vuote c’è sempre un bicchiere mezzo pieno. E’ questa il sorso al termine di una giornata oscura, piena di orrori e svagatezze. Riproduzione fedele e diabolica delle tante viste soprattutto in casa, la Salernitana va completamente in bianco. Non segna, e nemmeno costruisce un’azione che possa definirsi tale pur largheggiando.  Due tiri dalla distanza bloccati facilmente dal bravoIuliano (il primo tiro dei granata arriva al 33’), una capocciata in mischia diAmbrogioni e una conclusione diCiarciá deviata col corpo da Cuomo in un finale in automatico e senza mai sussulti prodotto da una squadra molle, senza nesso e senza tono.  Senza gioco e senza schemi (e cambi scellerati): gli unici che resistono sono la rimessa laterale diAmbrogioni ed i corner, sempre sul primo palo.
Bloccata dall’inizio da unPotenza deciso e determinato, che sul pallone c’è arrivato sempre per primo, la capolista ha evidenziato i limiti sottolineati sin dalle prime di campionato (monocorde, senza sbocchi a sinistra, senza cambi all’altezza, con alcuni luogodegenticronici) e scoperti soltanto ieri da una parte di mondo che i veli li toglie e li mette ad impulsi.  Precisa come una Xerox, la Salernitana contro il Potenza è stata la stessa Salernitana delle altre gare casalinghe: solo che nelle altre sfide c’era stato Di Napoli (ieri subentrato quando non c’era sul prato chi potesse aprirgli varchi e inoltre apparso fuori contesto, tanto da affrettarsi negli spogliatoi senza aspettare i compagni) a togliere le castagne dal fuoco, regalando vittorie ad una squadra che in casa va in difficoltà perché incapace di affondare sulle fasce o di scardinare le difese avversarie cercando il ribaltamento. A gioco lungo non avere gioco, conta.  E pesa.  Sicuramente più di altri fattori ascoltati ieri in una sequela prevedibile e stucchevole: la mancanza di tifo (solo nel primo tempo ma che significa?), le polemiche della settimana passata per le presunte vicende giudiziarie (in campo vanno i giocatori) di Fabiani (che la gara se l’è vista nei distinti dopo aver incassato nella passerella gli applausi della curva insieme al coro "Fabiani uno di noi"), la sosta forzata, l’appagamento (il gruppo è esperto ed è stato costruito per vincere). Provare cose nuove sul prato e pretendere concentrazione sarebbe più produttivo.