Il salebano

Ignoriamo le provocazioni

Il commento di Corrado De Rosa in vista della partita Salernitana-Verona allo stadio Arechi di Salerno

Non è possibile che, alla seconda di campionato, si respiri già il clima da partita dell’anno. Il tifoso vive uno stato d’animo particolare: ancora rimbambito dalle spiagge, già annichilito dal lavoro, sospeso per una campagna acquisti finita da troppo poco tempo per avere le idee chiare sull’anno che sarà. Per arrivare preparato a una cosiddetta sfida di cartello, ha bisogno della giusta carica: l’euforia per una serie di risultati incoraggianti, il clima da ultima spiaggia, qualche rigore a favore non fischiato o un altro paio di scelte arbitrali discutibili a suo danno. Mi permetto di aggiungere sommessamente che, per un tifoso della Salernitana, quella col Verona non è la partita dei mille ricordi.

Non è la sfida dal fascino particolare, e neppure quella di: “Giulietta è una zoccola”. È una gara che ha sempre rispettato i cliché, per quanto beceri, dell’incontro tra una tifoseria del nord tendenzialmente razzista e una del sud. Con qualche acuto di gioie e dolori, com’è giusto. Uno su tutti: la sconfitta in casa nel 1996, quando la squadra allenata da Franco Colomba sembrava lanciatissima, la curva Sud espose undici calciatori di colore e scrisse: “Consigli per gli acquisti”, Giovanni Pisano sbagliò il rigore del pareggio sotto la curva Nord, un altro rigore fu concesso e dopo un po’ negato alla Salernitana e l’Arechi fu squalificato per un turno. Poi, nel 2011 perdemmo i play-off per tornare in serie B proprio col Verona e ricominciammo dai campetti di Selargius e Palestrina.

A conti fatti, domenica avremmo avuto la rivincita dopo cinque anni. Tutto qua. Invece un mese dopo quello spareggio maledetto, durante la presentazione della squadra alla città, Andrea Mandorlini iniziò a gigioneggiare con un microfono davanti a centinaia di tifosi veronesi, colpito da irrefrenabile furore cabarettistico. Il mister guardò sornione la platea e il pubblico iniziò a cantare a squarciagola contro la Salernitana. Mandorlini finse di riportare il suo popolo al politically correct con un: “Così non va bene”, accompagnato da un’occhiata languida e dal sorriso tipico di quelle madri che sgridano i figli per qualche creativa marachella ma ne sono compiaciute. Ancora un attimo di suspense, poi lo chansonnier si lanciò sulle note degli Skiantos: “Ti amo terrone”, una canzone che, per inciso, non ha nulla di razzista. Matte risate, anche per le massime autorità cittadine sedute in prima fila. Per colpa del piacere di levarsi un paio di sassolini dalla scarpa e dell’ansia da showman del buon Mandorlini, cinque anni dopo dovremo metterci tutti sull’attenti per l’arrivo del Verona a Salerno nella prima domenica di settembre. Con tanto di allerta del Viminale, container per separare i settori dello stadio e tutto il resto della coreografia bellica da partita “ad alto rischio”.

leggi anche: Febbre granata, in ventimila all’Arechi Manifesto-appello degli ultras della Sud: “Adesso giochiamo noi”. Botteghini aperti anche in mattinata dalle 10 alle 13. Le misure per l'ordine pubblico

Oggi Andrea Mandorlini non ha squadra e ha un po’ di tempo libero: ha rinunciato a un contratto da 150mila euro l’anno col Crotone perché è pagato quattro volte di più dal Verona per non far niente, visto che è stato esonerato e che il presidente ha detto che non tornerà sulla panchina della squadra. Se qualcuno proverà a sentirlo, forse, sfoggiando un self-control falso quanto quel: “Così non va bene”, il mister risponderà che per lui Salernitana-Verona è una partita come le altre e che è tutto acqua passata.

Oppure che non vedrà l’incontro, che avrà di meglio da fare. Speriamo, invece, che Mandorlini la partita di domenica la guardi. Non fosse altro che per indignarsi: il direttore sportivo del Verona è il napoletano Filippo Fusco e Fabio Pecchia, bandiera calcistica del meridione, siede sulla panchina che era stata sua. Ma lui dirà che siamo noi che siamo bacchettoni, perché lui ha un sacco di amici meridionali... Quanto ai tifosi della Salernitana: sarà bellissimo se ignoreranno per tutta la gara l’affare Mandorlini e qualsiasi provocazione degli ultras veronesi. Per far rivoltare sul divano l’allenatore ammuina popolo e, nel settore ospiti, i suoi ex scudieri, il miglior disprezzo sarà la non curanza.

©RIPRODUZIONE RISERVATA