EMERGENZA RIFIUTI

Un'imprenditrice racconta"Io, minacciata dalla discarica"

Il racconto di Nicolina Caggiano, proprietaria di un agriturismo nella zona di Serra Arenosa. Il sito per i rifiuti nella cava rischia di far saltare il suo progetto

Era a Vietri di Potenza la notte di San Silvestro alla fiaccolata contro la discarica e l’altro ieri tra gli oltre seicento cittadini a Potenza in piazza ad attendere per l’incontro della speranza con il Governatore della Regione Basilicata De Filippo, la giovane Nicolina Caggiano, che dorme poco ed ha perso la tranquillità da quando il consiglio provinciale ha individuato la località Serra Arenosa come discarica del salernitano. Evidentemente a Salerno non hanno tenuto conto non solo della realtà geologica ed ambientale dei luoghi, ma neppure della sofferenza che una tale decisione avrebbe arrecato alla gente del posto, a chi come Nicolina Caggiano stava per realizzare a poca distanza uno splendido agriturismo. Al coro di protesta di sindaci e rappresentanti istituzionali campani e lucani fa eco, quasi con voce fioca, perché stanca di tante notti insonni e dell’angoscia di veder crollare i propri progetti, una testimonianza estremamente semplice. «Dovrei realizzare un imbottigliamento ed un agriturismo - ha riferito con limpidezza d’animo Nicolina Caggiano - già autorizzato dal comune di Vietri di Potenza ad una distanza, non so di preciso quanto può essere, forse all’incirca cento metri dalla cava. Dobbiamo ancora iniziare i lavori, ma non credo che inizieranno perché invece di consentire l’apertura di un agriturismo si pensa a fare una discarica». Moglie e madre di famiglia Nicolina, con il sorriso quotidiano sulle labbra, stava davvero per lanciarsi in un’attività agrituristica. Il comune di Vietri di Potenza da qualche mese aveva dato il suo ok, era il momento di avviare i lavori ai locali ma a rovinare il bel sogno familiare è sopraggiunta la notizia della probabile discarica provinciale. Vi è il timore per Nicolina che tutto possa rimanere un’utopia e quelle terre coltivate ad uliveto diventino luogo quasi confinante con la discarica. «La casa già c’è - racconta Nicolina Caggiano, che come gli altri cittadini intende lottare per i propri diritti ed il territorio - dobbiamo ampliarla e ristrutturare una vecchia casetta dove dovrebbe venire l’alloggio con tre camere per un totale di sette posti letto. Ci sono - ha aggiunto Nicolina - diciotto ettari di terreno tra uliveto e bosco, con produzione di olio biologico certificato». Tutto questo, purtroppo, potrebbe restare un sogno.
Lucia Giallorenzo