IL FATTO

Tragedia sul lavoro: operaio settantenne cade dalla scala e muore

L'uomo era in un garage in via De Martino quando è stato colto da un malore. La polizia e l'ispettorato del lavoro indagano sulla sua posizione contrattuale

SALERNO. Quando lo hanno visto a terra, tra barattoli di vernice e gli attrezzi con i quali stava lavorando, probabilmente il suo cuore aveva già cessato di battere. Luigi Gaeta, 69enne residente nella frazione Cappelle, è l’ennesima vittima di un incidente sul luogo di lavoro. Nel suo caso la situazione è resa più drammatica dall’età. Non sono ancora chiare le circostanze che avrebbero visto l’uomo lavorare da solo all’interno di un garage in via Renato De Martino, nel rione Carmine. Sul luogo della tragedia, dopo le forze dell’ordine sono giunti anche gli uomini dell’Ispettorato del lavoro per raccogliere la documentazione necessaria a fare luce sulla vicenda.

leggi anche: La Cgil: «È possibile svolgere attività anche a quell’età ma occorre informare l’Inps» Arturo Sessa: «Seguiremo con attenzione le indagini della Procura e dell’ispettorato del lavoro. Se ci saranno delle responsabilità, siamo pronti a fare la nostra parte».

Intorno alle 17 il corpo già senza vita dell’uomo è stato notato da un operaio della manutenzione della Clinica Tortorella che si trovava in un locale adiacente al garage di via De Martino dove il 69enne stava imbiancando la parte superiore della saracinesca interna che dà sulla strada principale. Il soccorritore ha avvertito dapprima il 118, poi sono stati gli stessi sanitari della clinica a intervenire, ma per l’uomo non c’era già nulla da fare. La ferita alla testa dovuta alla rovinosa caduta dalla scala posta sopra la saracinesca era ampia e profonda. Ma nel terribile volo, il 69enne pare abbia riportato anche una frattura al braccio e varie contusioni. Per fare piena luce sulle cause della caduta, però, saranno necessari accertamenti sanitari ulteriori rispetto a quelli effettuati sul posto dal medico legale Giovanni Zotti. L’esito dei primi rilievi farebbe pensare a un malore, probabilmente un infarto, che avrebbe colto l’uomo proprio mentre si trovava sospeso sulla scala: ipotesi confermata anche dagli evidenti segni di pittura non portati a termine. Non è neppure esclusa la possibilità che una distrazione o un capogiro abbiano fatto scivolare l’imbianchino.

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Sul luogo della tragedia, poco dopo i sanitari, sono giunti anche gli agenti della polizia di Stato e della scientifica, mentre a seguire è stato necessario l’intervento della polizia municipale per regolare il traffico. Il figlio della vittima, accorso poco dopo l’aver appreso la notizia, era in evidente stato di shock. Intorno alle 18.30, ultimati gli accertamenti affidati agli agenti della polizia scientifica, la salma di Luigi Gaeta è stata trasportata all’obitorio dell’azienda ospedaliera “San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona”.
Da chiarire, oltre alla dinamica dell’incidente, restano soprattutto le motivazioni che hanno spinto un uomo di 69 anni lavorare in condizioni di rischio. Secondo le prime ricostruzioni, il garage, un tempo officina meccanica, sarebbe dovuto diventare un locale farmacia della Clinica Tortorella, che si trova a poca distanza. Serviva mettere a nuovo i locali in questione e per questo era stata disposta l’imbiancatura delle pareti interne. I dettagli sulla proprietà del garage sono ora al vaglio dell’Ispettorato del lavoro, intento a valutare non solo l’effettiva regolarità dell’uomo ma soprattutto chi abbia commissionato l’intervento. Il garage potrebbe infatti esser stato semplicemente dato in affitto alla clinica, con lavori a carico del locatore su cui gravava, quindi, l’obbligo di accertarsi della regolarità della posizione dei lavoratori. Sono tanti i fattori da valutare, compreso quello sulla responsabilità della sicurezza e su chi dovesse controllare effettivamente chi entrava e usciva da quel garage.
L’incidente ha provocato sgomento sia nel quartiere, dove tantissima gente si è accalcata sull’uscio del garage per capire cosa fosse accaduto, sia nella frazione di Cappelle dove il 69enne operaio abitava con i familiari.