L'EMERGENZA

Sicurezza delle case in Campania, servono otto miliardi. Ma ci sono solo 25 milioni

Due milioni di abitazioni sono a rischio in regione E meno di 300 Comuni hanno chiesto di accedere al Piano di protezione civile

NAPOLI. Nello Di Nardo (Idv) è consigliere del presidente della Giunta regionale della Campania per le problematiche della Protezione civile. Il presidente Vincenzo De Luca lo ha nominato, con decreto, suo uomo di fiducia lo scorso ottobre per la sua lunga esperienza sulle emergenze sismiche, vulcaniche e idrogeologiche della Campania.

leggi anche: Le emergenze e il cinismo della politica Chi pensa ancora, e vuol farci credere, che si possano sfruttare i terremoti per rilanciare l’economia grazie all’ennesima colata di cemento (spesso farlocco) o è uno sprovveduto o è in malafede. Tutto questo è, in fondo, il cinismo della politica dell’apparire, del creare consenso per il consenso, quella che – grazie a soldi mandati in giro senza troppi lacci e lacciuoli – preferisce beatificarsi con la risoluzione di emergenze apparentemente inevitabili

Di Nardo, che cosa sta facendo la Regione per la prevenzione delle catastrofi?

«Abbiamo concluso il piano per il Vesuvio e i Campi Flegrei, ho portato a Napoli il decreto per il gemellaggio, proprio tre giorni prima del terremoto, con i comuni dove saranno sistemati i cittadini in caso di evacuazione dalla zona rossa. La cosa più difficile è informare la gente, occorre fare alle persone un lavaggio del cervello nelle scuole, nelle parrocchie. Per fortuna tutte l’emergenze da noi sono conosciute, tutte tranne il terremoto per il quale senza prevenzione quando succede il guaio purtroppo la spesa si triplica. Per il Vesuvio la prevenzione c’è e la comunità scientifica ha deciso che muoversi tre giorni prima è sicuro».

I Comuni collaborano?

«Abbiamo realizzato un piano di protezione civile per i comuni di nove milioni di euro, soldi distribuiti in base alla grandezza, Napoli per esempio prendeva 300 mila euro. Delle cinque province in Campania ha risposto solo Salerno, in totale una quarantina, tutti gli altri assenti. Ora sono diventati quasi trecento ma perché mi sono messo al telefono e ne ho recuperati quasi duecento e abbiamo potuto prorogare il piano fino al marzo 2017. Questo per dire che non c’è attenzione per il piano di protezione civile comunale che prevede una conoscenza del territorio precisa, strada per strada. Nei comuni non c’è interesse tranne quando c’è la tragedia ma l’emergenza deve essere l’ultima cosa».

Per il Consiglio nazionale degli ingegneri occorrono 8 miliardi per mettere in sicurezza antisismica circa 2 milioni di abitazioni nella regione e Salerno è una delle città inserite nella fascia degli interventi prioritari.

«Non è una stima esagerata ma bisogna coinvolgere l’Europa altrimenti questi soldi non arrivano. Intanto accertiamo dove sono gli immobili e procediamo per priorità, per il momento le priorità sono le scuole e gli ospedali».

Ma questi soldi ci sono?

«Abbiamo preparato una delibera che rende disponibili 25 milioni, soldi della Protezione civile per scuole e ospedali. Capisce che cosa è successo in quella scuola crollata? Poi altri 25 milioni che troveremo, man mano verifichiamo i locali utilizzati nel quotidiano, è li che deve concentrarsi subito l’intervento. Vediamo che cosa ci resta e procediamo, poi passeremo ai palazzi piu antichi, quelli messi peggio ecc.».

Venticinque milioni quando servirebbero 8 miliardi…

«Dobbiamo cercare di recuperare fondi europei, poco alla volta e destinarli».

Spesso gli abusi edilizi aiutano i crolli e si scopre che le case non autorizzate sono state fatte con materiale di serie b. Che cosa fa la Regione?

«I controlli, si mandano gli esperti sul posto, ispezioni, i collaudi, il Genio civile che accerta».

La prevenzione del rischio sismico in Campania però pare sia affidata a geometri e geologi e non agli ingegneri e architetti. Non agli esperti insomma.

«Geometri, ingegneri, architetti sono tutti dipendenti regionali, anche il direttore generale è geologo, c’è bisogno del genio civile di tutte le professionalità, come Protezione civile della Campania siamo in condizione di poter dire che siamo i primi in Europa per attrezzature e mezzi per i quali abbiamo speso 39 milioni. Lunedì non a caso andranno cinque esperti della Regione nelle zone del terremoto».

A San Valentino Torio e non solo li si autorizzavano costruzioni in zone rosse, la Regione può intervenire ad acta sugli abusi ma non lo fa quasi mai.

«Se non ce accorgiamo più di questo non possiamo fare, ci vuole più sensibilità degli amministratori, abbiamo devastato un territorio e rischiamo di andare peggio”.

Certificazione antisismica, non ci vorrebbe una legge che la renda obbligatoria?

«Credo già esista».

La certificazione, non l’obbligatorietà.

«Voglio dire che se io affermo di aver messo in sicurezza antisismica devo certificarlo. Certo dovrebbe essere sempre obbligatoria. La Campania è sottoposta a tutti i rischi, c’è di tutto e di più, non ci manca niente. Occorre per questo mettere in sicurezza tutto il territorio».

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