Cemento selvaggio

Scario: lo scandalo delle ville che nascono come funghi

Seconde e terze case di professionisti che hanno sanato le irregolarità ma per 53 edifici la Procura ha chiesto il processo per 90 persone

SAPRI. Quando l’emergenza idrica si abbatte su Scario, 200 litri a persona sono un miraggio per molti. Non per i turisti d’elite annidati negli scrigni nobili di Barbarola, Casoli o Maricaneto. Serbatoi autonomi garantiscono dalla siccità e mai l’acqua alla gola. Nel borgo opulento e silenzioso che annuncia l’estremità della Campania, i professionisti e i vip hanno una corsia preferenziale, per tutte le emergenze. Gli altri, si arrangiano.

leggi anche: La politica complice degli abusi (edilizi) Il gioco è sempre quello: trovare qualche caso limite, qualche abuso un po’ meno abuso per utilizzarlo come scudo per difendere, di fatto, quelli più gravi. Insomma, travestire il peggio da cosa buona per tutti. E purtroppo va avanti così da tanto, troppo, tempo

Seconde e terze case. Appena un anno fa decine e decine di seconde e terze case hanno ricevuto quella che i carabinieri chiamano in modo informale “mazzata agli abusi non di necessità”, ma hanno fatto tutti presto a mettersi in regola. E la notizia non è mai trapelata. Chi si era fatto il piano rialzato, chi aveva allargato il giardino o ricavato la mansarda sul tetto, tanti avevano raddoppiato le volumetrie. Tutto in modo abusivo, ovvero in difformità e senza le dovute autorizzazioni del Comune. L’impatto ambientale era totale agli occhi dei militari che hanno eseguito le numerose denunce accompagnate da qualche sequestro. Livelli di piano abusivi “spuntati come funghi” sulla collina che degrada verso il porto. Quasi tutti sono riusciti a sanare e hanno cancellato le tracce formali dell’abuso, lasciando una nuova e legittima eredità di cemento sul carico urbanistico. E naturalmente sul paesaggio.

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Gli abusi sanati. Basta fare il sentiero asfaltato interno che da San Giovanni a Piro scende sul porto e fiancheggiare il dedalo di villette per intuire le nuove costruzioni bianche o in fase ancora di allestimento. Il 95 per cento degli abusi poi rientrati erano opera di professionisti di Salerno, Napoli e Roma. Abusi di necessità quasi inesistenti e d’intesa tra militari e Procura, l’occhio per quei rari casi è stato indulgente. L’operazione di un anno fa è stata condotta dai carabinieri e dai forestali a braccetto, ed è uno dei primi casi in Campania di coesistenza tra i dei Corpi dello Stato in vista dell’accorpamento che scatterà il prossimo 1° gennaio. I militari della compagnia di Sapri, 103 unità su nove comandi di stazione fino a Palinuro, da queste parti hanno sempre molto lavoro.

Ville sequestrate, 90 indagati. Lungo la strada principale da San Giovanni si sbuca nell’area che sfiora la Valle di Natale, dove 4500 metri di terreni agricoli sono finiti sotto la lente della Procura di Vallo alcuni anni fa per lottizzazione abusiva di una decina di milioni di euro, con 53 ville sequestrate e oltre cento indagati, la maggioranza degli indagati risultati residenti nella provincia di Salerno e di Napoli ma anche a Lucca, Parma, Ravenna, Mantova. La Procura di Vallo della Lucania ha chiesto il processo per 90. Accuse respinte dagli avvocati, certo è che da queste parti l’abusivismo indagato è di prima qualità. Poco più in là, in località Bosco, i carabinieri hanno sequestrato un pugno di lussuose ville e un albergo (poi dissequestrato) con la presunta complicità dell’ufficio tecnico comunale. La nuova giunta eletta lo scorso anno sulle ceneri della vecchia col 97 per cento dei voti (l’opposizione non riuscì a presentare la lista), ha assegnato a una donna la poltrona delicata delle autorizzazioni tecniche comunali, l’architetto Rosa Bellotti, che finora ha tenuto pare gli occhi ben aperti. Anche perché a Scario il turismo per l’80 per cento è fatto di seconde e terze abitazioni e l’abuso è dietro l’angolo. Come quello di suolo pubblico.

De Gregori non è riuscito a comprare. Ma non sempre c’è proporzione nel contrasto. Almeno secondo Vito Troccoli, noto chef del borgo che si è beccato tre verbali due anni fa. «Un signore che cenava nel mio ristorante sul lungomare in solitudine in fondo a tutto spostò una pianta di mezzo metro perché lo pungeva, ci ho rimesso 168 euro per aver occupato quello spazio risibile. E poi si è scoperto che la vecchia giunta, che forse bene non mi voleva, aveva lasciato le casse vuote». Vuole bene a Scario da 40 anni il suo amico storico, Francesco De Gregori, che nel paese dove le case vacanze sono quasi tutte abusive, non ne ha mai trovato una da comprare. «Era disposto a pagare con un assegno in bianco l’unica villa che avrebbe voluto fortemente, ma non gliel’hanno venduta. Da 40 anni viene a casa mia, come ospite s’intende».