SALERNO

San Matteo, il procuratore Lembo: "Le indagini sono in dirittura d'arrivo. La società civile salernitana non meritava quest'affronto" VIDEO - AUDIO

Il successore di Roberti rivela che tra i "rivoltosi" c'erano personaggi già noti alle forze dell'ordine. "Dubito - dice - che costoro avessero una particolare vocazione religiosa". La lettera del vicario generale della diocesi - Il comunicato dei portatori

Una risposta rapida in pochissimi giorni per delle presenze «inquietanti» nella processione di San Matteo del 21 settembre scorso a  Salerno. È quanto assicura il procuratore della Repubblica di  Salerno, Corrado Lembo. Il procuratore ha spiegato che sono in corso indagini a tutto campo per chiarire quanto avvenuto ed accertare precise responsabilità. Le indagini sono in dirittura d’arrivo e presto saranno presi dei provvedimenti.

"Pur avendo assunto da poco la direzione di questo ufficio – ha detto il Procuratore – quanto accaduto mi ha particolarmente colpito. E’ un segnale negativo che va immediatamente contrastato e grazie alla collaborazione della Questura di Salerno abbiamo acquisito immediatamente tutti i video della manifestazione, li abbiamo interpretati, e possiamo dire che abbiamo raggiunto delle prove significative riguardo all’individuazione di personaggi che hanno agitato questa manifestazione”. “La società civile salernitana – ha ribadito Lembo -  non meritava questo affronto. Tra i rivoltosi, se così si può dire, c’erano personaggi già noti alle forze di polizia e dubito che costoro avessero una particolare vocazione religiosa o un attitudine particolare al raccoglimento spirituale. Siamo in procinto di completare rapidamente un ciclo investigativo che è già a ottimo punto”.

Le dichiarazioni del vescovo. «Questa esperienza amara per la città, per la Chiesa, diventerà uno spartitraffico: nulla sarà come prima». Lo ha detto mons. Luigi Moretti, arcivescovo di Salerno-Campagna-Acerno all'indomani delle tensioni durante la processione di San Matteo, patrono della città. «C'è stata una offesa alla sacralità della celebrazione- ha spiegato Moretti a Radio Vaticana -. Non importa che abbiano offeso ed insultato il vescovo ma quello che più dispiace è che abbiano profanato. Da un anno abbiamo cercato di far comprendere a tutti il documento della Conferenza Episcopale della Campania sulla 'evangelizzazione della pietà popolarè che stabilisce regole precise sulle processioni, eppure ci sono stati questi gesti fuori misura. Rimane l'amarezza di sentirmi tradito da quanti hanno solennemente preso degli impegni e invece si sono comportati in questo modo». «Sulla pietà popolare - ha continuato mons. Moretti - purtroppo si innestano altri interessi, molto spesso il santo viene usato per altri scopi. Occorre arrivare sempre di più a distinguere la celebrazione religiosa dalla manifestazione popolare». «Però c'è da aggiungere anche una cosa - conclude l'arcivescovo di Salerno -: gli stessi portatori di stanga vivono in contesti dove ci sono pressioni ed interferenze di tutti i tipi. E anche nel caso di Salerno posso dire che reali interferenze ci sono state».

Il comunicato dei portatori. "La polemica che ha accompagnato la celebrazione della festività del Santo Patrono, che ha scandito la cronaca di questi giorni, necessita di un chiarimento e di un doveroso ridimensionamento perché possa essere inquadrata nella sua reale dimensione.  Innanzi tutto il nostro ruolo di portatori dei Santi non può essere confuso con questioni estranee ai valori della tradizione e del culto strettamente legato alla funzione religiosa:  nulla di politico e nulla di strumentale. Abbiamo atteso il trascorrere di questi giorni volendo riflettere e porgere un doveroso atto di scuse alla Città, che più di tutti ha risentito delle ricadute di quanto è accaduto domenica alla processione .Infatti, non entriamo nel merito delle polemiche in riferimento agli impegni assunti, tra la Curia e i Portatori, preferiamo discutere di questi argomenti nelle sedi e luoghi deputati a questo. I Portatori, con umiltà hanno rispettato la Chiesa e le TRADIZIONI Salernitane  come, a esempio la benedizione a mare a P.zza Cavour.

Si ribadisce, con fermezza e chiarezza che nessuna pressione o indicazione esterna ha influito sulla processione di domenica, se non la volontà del Popolo, che ha voluto sollecitare una ripresa delle tradizioni e  indicare,  a  noi portatori,  il percorso che il Santo nella sua lunga storia insieme alla nostra Città, aveva scritto in tutti i libri. Il tutto si è svolto  senza atti di violenza, unicamente nel rispetto dei  buoni sentimenti  ispirati nella fede, per i Santi,  in un unico abbraccio con la nostra amata Salerno. Per noi portatori, la linea della Curia resta un riferimento ineludibile e assoluto,  non intendiamo mai cedere a nessun atto che possa prescindere dal ruolo di chi è chiamato a professare la fede religiosa che accomuna il popolo di Salerno.

Con questo spirito, sentiamo di apprezzare, con riconoscenza, anche la posizione della stessa Chiesa Salernitana e, pertanto, appare assolutamente giusto e doveroso accogliere l’auspicio di una riconciliazione che veda protagonisti la chiesa stessa e noi portatori, anche nel nome della gente salernitana e, quindi, riaprire, da subito, un dialogo di distensione e fede vera, che prescinda da ogni tentazione di schieramento che  sarebbe assolutamente inspiegabile e insensato e per chiudere ogni spazio a ulteriori polemiche. La nostra speranza è che, pur partendo da un episodio grave come quello di domenica, ci sia un’opportunità di crescita e avanzamento per tutti, nella direzione della fede verso il Santo Patrono e nel rispetto dei valori e dell’identità della nostra  Città".

 

La solidarietà all'arcivescovo. Tanti i sacerdoti che hanno dimostrato subito solidarietà e pieno appoggio a Monsignor Moretti. Tra questi Don Mario Salerno, parroco di San Demetrio che ha scritto: “Quando la cosiddetta tradizione prende il sopravvento sulla fede, quando il potere di pochi contagia un popolo intero a sua volta gasato e quasi invasato, quando si impedisce al Vescovo di pregare, quando si fischia il vescovo che benedice gli ammalati con il braccio di san Matteo, quando si trovano le porte aperte di Palazzo di città, allora vuol dire che non c'è più spazio di confronto. Lo strappo è totale e allora forse è il caso di una sospensiva”. L’Acli di Salerno, presieduta da Gianluca Matrovito, ha addirittura coniato un hashtag per solidarizzare col vescovo. #NoisiamoconMoretti scrivono al termine di una lunga missiva indirizzata a Monsignor Moretti.

VIDEO La processione tra veleni e derive da stadio  

La lettera del vicario della diocesi. "La Chiesa di Salerno-Campagna-Acerno gioisce per la corale partecipazione del popolo di Dio alla festa del Santo Patrono, San Matteo Apostolo ed Evangelista. Non possiamo tuttavia nascondere, come comunità ecclesiale, tristezza e dispiacere per quanto accaduto durante la processione e, in particolare, per la grave profanazione della sacralità di una celebrazione religiosa scrive don Biagio Napoletano, vicario generale della diocesi Salerno-Campagna-Acerno - E’ evidente, pertanto, che la vera questione in gioco non è la difesa d’ufficio della persona del Vescovo, ma prendere atto di una vera e propria ferita inferta ad una Chiesa che venera intensamente i suoi Santi. Ci sembra opportuno ribadire che l’obiettivo dei reiterati incontri avvenuti nel corso dell’anno con gli amici portatori era e resta la volontà di aiutare le persone a vivere una serena e gioiosa esperienza di fede nell’autenticità della tradizione cristiana, animando il tragitto con preghiere dedicate alle diverse componenti della società. Un vivo ringraziamento va a quanti hanno accolto e sostenuto questa proposta pastorale, tra cui è giusto citare la Guardia di Finanza che ha mostrato fin dall’inizio leale collaborazione. Comprendo, d’altro canto, il rammarico e la delusione del nostro Pastore nei confronti di quanti hanno tradito gli impregni assunti a più riprese, stravolgendo pretestuosamente le modalità concordate e trasformando un momento itinerante di preghiera in uno spettacolo irriverente dal punto di vista umano e spirituale. Tutto ciò, se da un lato non può che essere condannato, dall’altro deve necessariamente essere motivo per aprirsi ad una prospettiva di riconciliazione nella verità e di impegno formativo di carattere religioso per il futuro. Siamo pronti a ricominciare insieme un cammino che aiuti tutti a vivere la bellezza dell’essere cristiani e a fare della venerazione dei Santi una concreta occasione di crescita personale".

leggi anche: San Matteo 2014 - De Luca esprime solidarietà all'arcivescovo: «Recuperiamo un clima di unità». E intanto la Digos avvia indagini VIDEO Il sindaco torna sulle contestazioni all'indirizzo di monsignor Moretti nel corso della processione. Dalla Curia: “Siamo sereni, ma si impone una riflessione”

Le indagini. Anche se "non è stata aperta alcuna inchiesta", come ha tenuto a sottolineare il questore di Salerno Alfredo Anzalone, gli agenti della Digos in realtà starebbero raccogliendo tutto il materiale realtivo a quanto accaduto domenica sera anche perché aspetti di rilievo penale sembrano sussistere: dal turbamento di funizioni religiose del culto di una confessione religiosa all'offesa ad un ministro del culto. Primi elementi che, una volta vagliati, consentiranno dis tabilire se dovrà essere formalizzata l'apertura di un fascicolo d'inchiesta. La difesa dei portatori. La notizia di una eventuale indagine circolata nella matinata di ieri aveva già messo in preallarme i portatori, a tal proposito il responsabile della paranza di San Matteo, Raffaele Amoroso, ha detto: “Non siamo malavitosi come ci hanno descritto e non credo assolutamente che ci siano rilevanze penali rispetto a quanto accaduto. Sui fischi della gente non abbiamo alcuna responsabilità”. Salvatore Orilia, storico portatore di San Matteo che ieri, amareggiato, ha riflettuto su quanto accaduto. “La processione è andata come nessuno voleva che andasse, non sono per nulla soddisfatto- ha dichiarato-. Tutto si poteva evitare e se ne sarebbe dovuto parlare prima e mettere le cose in chiaro. Non è accettabile per noi trovare i Santi fuori dalla Cattedrale, cosa dobbiamo pensare che forse per la Chiesa non siamo degni di entrarci?".

VIDEO I fuochi d'artificio a mezzanotte   

La condanna dei politici e le accuse al sindaco. Non si sono fatte attendere le reazioni politiche. Dopo aver battibeccato con Don Antonio Quaranta prima del Pontificale per un posto a sedere (come già avvenuto nel 2012) il primo cittadino Vincenzo De Luca ha affidato ai social un messaggio di solidarietà al vescovo Moretti, nonostante la querelle durata circa un mese, che li ha visti contrapposti proprio sullo svolgimento della processione e che per alcuni avrebbe dato la stura al malcontento verso il vescovo per aver “imposto” sobrietà alla celebrazione del Santo Patrono. “Credo che dobbiamo trovare una misura di serenità, di compostezza e di comprensione reciproca", scrive il sindaco.

"Esprimo la mia solidarietà e il mio rispetto per l'arcivescovo Moretti. A distanza è intervenuto anche il presidente della Regione Campania Stefano Caldoro. “Le contestazioni al Vescovo Moretti in preghiera sono un atto contro Salerno. Sono dalla sua parte e con i cittadini increduli”, ha scritto in un tweet. Per l’onorevole Mara Carfagna (Forza Italia) “i fatti di idomenica non restituiscono un'immagine positiva della città. Si comprendano le ragioni del vescovo Moretti, a cui va la mia solidarietà, e che non ha fatto che rispettare le disposizioni della Conferenza Episcopale Italiana sui precedenti e discutibili casi di inchino". Tra i primi ad intervenire sull’incresciosa vicenda è stato Flavio Boccia dei Verdi, che si è schierato contro il primo cittadino e chiedendo al questore ed al prefetto di “prendere seri provvedimenti”. “Il sindaco- ha scritto poi Boccia - si vergogni dell'odio e del modo in cui è stata organizzata la processione di San Matteo, che si prenda le sue piene responsabilità". Condanna il primo cittadino anche dal consigliere comunale Roberto Celano: “I gravissimi episodi cui abbiamo assistito durante la processione offendono la città ed i veri fedeli- dice-. I Santi non si inchinano nè ai malavitosi, nè al potente di turno”. "I Santi non si inchinano a nessuno e Salerno non scelga Barabba - ha invece detto il consigliere comunale Antonio Cammarota -  I gravissimi fatti della processione hanno offeso Salerno e impongono azioni concrete".