Il caso

Salerno: assenteismo al Ruggi, 200 casi archiviati

La Procura stringe il cerchio sui dipendenti che andranno a processo

SALERNO. La Procura di Salerno ha richiesto l’archiviazione per duecento lavoratori che erano finiti nell’inchiesta sull’assenteismo “Just in time”. Chiuso il cerchio, quindi, su quanti dipendenti dovranno difendersi dalle accuse di non aver marcato personalmente il cartellino affidando ad altri colleghi il compito e, in alcuni casi, di essersi allontanati dal proprio posto durante la giornata di lavoro. Per altri duecento lavoratori dovrebbe aprirsi l’iter giudiziario che potrebbe concludersi con il rinvio a giudizio. Ad annunciarlo è stato ieri il direttore generale del Ruggi, Nicola Cantone, che ha puntualizzato anche la volontà di voler attendere l’esito dei procedimenti giudiziari prima di prendere eventuali decisioni sul futuro dei lavoratori in ospedale. Dunque, un chiaro segnale di apertura nei confronti dei dipendenti che durante l’estate erano alquanto preoccupati per le eventuali ripercussioni sul loro lavoro delle indagini della Procura e per le possibili decisioni della dirigenza circa il loro destino lavorativo.

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A Cantone i rappresentati dei sindacati inviarono una lettera nella quale chiesero di tenere in considerazione l’eventualità di sospendere qualunque decisione sui lavoratori travolti dall’inchiesta fino a quando non sarebbe stata chiarita la loro posizione rispetto alle responsabilità. Non a caso il clima nei confronti di gran parte delle sigle sindacali di recente sembra essere un po’ più sereno. Lo scandalo esplose un anno fa, nel settembre del 2015, in seguito alle indagini avviate nel dicembre del 2014, quando la Procura emise dieci ordinanze di misura cautelare di tipo interdittivo nei confronti di altrettanti dipendenti del Ruggi che si videro sospesi dal servizio pubblico con le accuse di truffa ai danni dello Stato e false attestazioni o certificazioni nell’utilizzo del budge. Nel mirino dei magistrati finirono diverse categorie professionali, caposala, infermieri, tecnici disinfettori, operatori sanitari. Su due orologi marcatempo per la rilevazione delle presenze giornaliere furono installate telecamere per monitorare le condotte fraudolente. Furono organizzati pedinamenti e appostamenti. Alcuni dipendenti furono sorpresi a fare la spesa o dal parrucchiere, mentre passeggiavano o erano in compagnia di amici durante l’orario di lavoro.

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L’Azienda, senza attendere l’esito dell’iter giudiziario, licenziò sette dipendenti. Inizialmente le posizioni anomale riscontrate dalla Procura furono oltre 800, ora il numero ora si è sensibilmente ridotto.

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