LA SANITA'

Salento, la Tac privata poteva salvare Barbara 

All’ospedale macchinario ko ma era funzionante quello di una clinica di Vallo della Lucania

SALENTO. Emergono nuovi particolari sul caso di Barbara Di Matteo, la 53enne di Salento, deceduta martedì sera dopo essere stata trasportata in giro per ospedali in cerca di assistenza.
Gli ispettori dell’Asl, dopo aver raccolto le informazioni utili per ricostruire la vicenda tra i vari presidi ospedalieri che avrebbero dovuto accogliere la donna colta da emorragia cerebrale lo scorso 16 gennaio, dovrebbero nelle prossime ore chiudere il cerchio e appurare se ci sono state responsabilità nella gestione dell’emergenza. Nel contempo, presso l’ospedale “Ruggi D’Aragona” di Salerno, lunedì si insedierà la commissione d’inchiesta con le stesse finalità.
La 53enne, originaria della frazione Fasana di Salento, martedì scorso aveva la febbre alta. In serata la situazione è peggiorata: la donna ha avvertito un malore ed è stato richiesto l’intervento di un’ambulanza del 118. La donna è stata condotta prima presso l’ospedale San Luca di Vallo della Lucania per essere sottoposta ad una Tac, ma l’apparecchiatura era fuori uso.

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Qui sarebbe stato richiesto, in alternativa, una risonanza magnetica ma senza esito, ritenendola non utile per i sintomi che presentava la paziente.
È seguito il trasferimento presso il nosocomio di Battipaglia che, non avendo il reparto utile, l’ha rimpallata al Ruggi D’Aragona di Salerno. Qui però sembra che l’ospedale non era stato avvertito in tempo e quindi non era presente in sede il tecnico che doveva effettuare la Tac. A quel punto, è stato fatto un ultimo tentativo presso l’ospedale Cardarelli di Napoli, ma la donna è spirata durante il tragitto.

Andrea Passaro
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