dopo il voto

Provinciali, il sindaco Napoli è pronto a punire gli “infedeli”

Il primo cittadino stempera le polemiche ma la black list è già sul suo tavolo. Piero De Luca: «Grande risultato del Partito democratico»

SALERNO. La blacklist dei consiglieri “infedeli” era già sulla scrivania del sindaco Vincenzo Napoli nella tarda serata di domenica. Subito dopo il voto, quando il primo cittadino di Salerno si è accorto che all’appello mancavano otto uomini della maggioranza, il cerchio magico ha fatto la conta. Poche ore dopo, nella mattinata di ieri, Napoli ha fatto sentire la sua voce. Pare siano volate parole grosse e il clima si è irrigidito. Sotto la lente d’ingrandimento pare ci siano i voti del gruppo Campania Libera ma le defezioni pare siano arrivate anche da Salerno dei giovani e dalla civica storica dei Progressisti. Malpancisti? Forse. Anche se la radice potrebbe essere più profonda. Ed è proprio per questo che il primo cittadino nelle prossime ore unitamente ai vertici del Partito democratico, farà il punto della situazione. Una verifica della maggioranza? Assolutamente no, fanno sapere dal cerchio magico.

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Ma è chiaro che la blacklist resta un appunto indelebile sull’agenda dei prossimi impegni del sindaco Vincenzo Napoli. «L’azione tesa a confermare il ruolo di direzione politica dei democratici in provincia di Salerno risulta pienamente perseguita» scrive il sindaco Napoli. «La mia candidatura – aggiunge – coerente con l’azione di promozione della proposta politica dei democratici è stata una candidatura di servizio nell’interesse del partito e promossa senza forzare sui consiglieri a cui è stato lasciato un margine discrezionale nella scelta». Così, aggiunge, «i Socialisti hanno votato la loro lista così come hanno fatto i Davvero Verdi e i Moderati. Per questi motivi sembra inutile osservare che le scelte nelle elezioni provinciali (di secondo grado) non hanno un corrispettivo nella maggioranza al comune di Salerno che permane salda ed impegnata nel grande lavoro di attuazione del programma proposto al corpo elettorale nelle elezioni di giugno».

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«Gli otto consiglieri che mancano all’appello? Chiameremo “Chi l’ha visto?”». Sdrammatizza così il momento di impasse Piero De Luca. «Battute a parte – commenta – non drammatizzerei. La maggioranza al Comune di Salerno si misura sull’azione amministrative, sul progetto per la città di Salerno, non su una elezione di secondo livello». De Luca jr invece sottolinea come, queste elezioni, «dimostrano che rispetto al voto referendario il Partito democratico a Salerno e in provincia ha fatto il pieno di voti. È il primo partito, il più radicato nei territori, un risultato enorme rispetto a una opposizione che è scomparsa. Forza Italia – continua – esprime un solo consigliere e Fratelli d’Italia ne esprime uno più rispetto al principale partito d’opposizione». Tradotto significa che non rimanere compatti ora significa vanificare un lavoro di anni. «La candidatura di Napoli è stata autorevole e, in questo quadro, è servita a eleggere un consigliere provinciale del Comune di Salerno e a trainare la lista del Pd che ha così preso un consigliere in più». Un dato politico non da poco per i democrat, che dopo il voto referendario erano rimasti intontiti. Ma evidentemente, il risultato del voto referendario non è stato capitalizzato dalle forze del No, tanto che alla prova successiva, addirittura da quel fronte si sono spostati nel centrosinistra. È il caso della lista costruita dai moderati (Davvero al Centro), che prendono tre consiglieri e tra questi il sindaco di Eboli, Massimo Cariello che dal centrodestra del Nuovo Psi si sposta verso il centro.

«Il sistema elettorale per il rinnovo del Consiglio provinciale è quanto di più bizantino e contorto ci sia – commenta sul suo profilo Facebook il segretario provinciale del Pd, Nicola Landolfi – Un ibrido che non somiglia a niente, un mercato. Abbiamo provato a districarci senza perdere la testa, anche se alla fine si sono verificati limiti e contraddizioni. Saprà superarle Canfora, orientando il suo lavoro all’interesse generale di tutti i 158 comuni della provincia». Anche il segretario provinciale dei democrat sottolinea il risultato politico del partito, aggiungendo nel suo post: «Il Pd ha raccolto quasi il 44 per cento dei voti validi ed è maggioranza assoluta (8 consiglieri più il presidente)! Grazie per questa fiducia che dovremo redistribuire per tutte le comunità amministrate, nessuna esclusa». IL sindaco Napoli porta a casa 5154 voti ma a sfondare è Luca Cerretani, vicesindaco di Torchiara, che porta a casa 5402 preferenze. Il Partito democratico conferma gli uscenti Carmelo Stanziola (sindaco di Centola) che ha avuto anche un voto pesante dalla maggioranza del sindaco Napoli; Paolo Imparato (sindaco di Padula); Antonio Reschigno (sindaco di Bracigliano) anche lui “benedetto” da uno dei franchi tiratori di Napoli. Fuori il consigliere comunale di San Gregorio Magno, Gerardo Malpede e il sindaco di Bellizzi, Domenico Volpe primo dei non eletti per una manciata di voti. Anche l’ex Udc, Alberto Milo candidatosi nel Pd è rimasto fuori.