Primi indiziati per le prostitute uccise a Salerno

Per l’omicidio di Alina Roxana Ripa sospetti su un gruppo di stranieri. Sotto sequestro l’appartamento dove abitava Mariana Szekeres

SALERNO. Inizia a stringersi il cerchio intorno ai possibili assassini delle prostitute e agli eventuali complici. Al vaglio degli inquirenti ci sono le posizioni di cinque persone: due albanesi, una prostituta italiana e due marocchini, a cui è stato notificato giovedì sera un decreto di sequestro e ispezione dell’auto su cui la 34enne romena Alina Roxana Ripa, trovata morta la mattina del 31 dicembre, sarebbe stata condotta la sera prima a Salerno da Casal di Principe. A guidare quell’auto, un’Alfa 147, c’era un 35enne albanese, poi espulso per irregolarità nel permesso di soggiorno e adesso irreperibile. A bordo c’era un’altra donna, una 26enne romena, a cui però non sono stati notificati atti giudiziari. Il decreto di sequestro firmato dal sostituto procuratore Silvio Marco Guarriello (che indica ancora la dicitura di procedimento contro ignoti) è invece giunto a una 29enne napoletana con cui Alina era solita condividere la “zona”, a un altro albanese di 25 anni e a due 33enni originari del Marocco.

L’accertamento. L’ispezione sul veicolo si è svolta ieri mattina nel piazzale della caserma Pisacane, alla presenza degli avvocati Valentina Restaino e Saverio Sapia nominati d’ufficio. Si sono cercate tracce ematiche e biologiche, con l’utilizzo di luminol e raggi ultravioletti, e secondo le indiscrezioni sono stati repertati quattro campioni che potrebbero essere liquido seminale. Due tracce di questo genere sono state rinvenute nel cofano (sulla parete in fondo e sotto il pianale superiore che chiude il vano bagagliaio), altre due erano sui due sportelli del lato guida (nella giuntura con la guarnizione di chiusura). Ci vorrà tempo prima di accertare di che materiale si tratta, e non è ancora chiaro se da queste indagini possano trarsi elementi per fare luce anche sull’altro omicidio, quello della ventenne Mariana Tudor Szekeres, anche lei romena, trovata cadavere domenica scorsa ma uccisa quasi certamente la sera del 30 aprile, ultima data in cui è stata vista viva.

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Le ipotesi. Al momento non ci sono elementi di fatto per collegare i due omicidi e ritenere che le persone sospettate di un coinvolgimento nel primo delitto abbiano avuto un ruolo anche nel secondo. La pista investigativa seguita dai poliziotti della Squadra Mobile coordinati dal vice questore Tommaso Niglio è però la stessa: quella di un raid punitivo organizzato da qualcuno che gestisce le zone della prostituzione tra area industriale e litoranea e che male avrebbe visto la concorrenza di nuove ragazze estranee al suo giro. Secondo le indagini in quella “piazza” Mariana Szekeres era arrivata da poco, dopo che per qualche settimana aveva ricevuto i suoi clienti nell’appartamento in una traversa di via Mobilio, condiviso con il marito e altre due connazionali anche loro nel mercato del sesso.

L’appartamento. Quell’abitazione al settimo piano di via Donato Trani è adesso sotto sequestro. Gli inquirenti vi hanno apposto i sigilli perché ritengono che lì possano essere trovati elementi utili per risalire alle ultime ore di vita di Mariana e all’identità di chi la uccisa. La polizia ha già passato al setaccio il suo personal computer, dal quale si collegava al portale di annunci utilizzato per contattare i clienti. Non c’è invece traccia del telefono cellulare, che deve esserle stato sottratto la sera dell’omicidio. Secondo il marito, assistito dall’avvocato Giovanni Alfinito, la giovane ha parlato con lui al telefonino alle 22.40 del 30 aprile, subito dopo essere salita in litoranea su un’utilitaria di presunti clienti. Alle sue spalle un’auto di grossa cilindrata che pare l’abbia seguita.

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