Il caso Vassallo

Pollica, candele accese per far luce sul delitto

Cerimonia in ricordo del sindaco pescatore assassinato da sicari ancora sconosciuti. Pisani: «Teniamo viva l’attenzione»

POLLICA. «Una cosa è certa: questa sera rientrando a casa sarò ancora più triste». Sono le uniche parole che Angelina, la moglie del compianto sindaco Angelo Vassallo, accompagnata dall’onorevole Tino Iannuzzi, ha detto ieri durante i momenti che ricordavano il sesto anniversario dell’assassinio del marito. Tante le persone che sono intervenute sul porticciolo di Acciaroli per ricordare il sindaco cilentano assassinato il 5 settembre 2010 da sicari ancora ignoti.

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La commemorazione. Il comune di Pollica ha voluto ricordarlo con tre momenti particolari: alle 19 con la santa messa che è stata celebrata nella chiesa Maria Santissima dell’Annunziata; tutti si sono poi ritrovati sul luogo dell’assassinio dove hanno depositato delle pietre sulle quali hanno inciso un proprio pensiero su Angelo.

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Alle 21.45, ora presunta in cui è avvenuto l’assassinio di Vassallo, quando le luci del porto sono state spente ed è stato suonato il Silenzio, in concomitanza tanti cittadini hanno acceso decine di candele dietro la torre saracena riponendole poi sul porto. È seguito un dibattito sulla bellezza durante il quale due video risalenti al 2009 mostravano Angelo Vassallo e la sua idea di ambiente.

Vassallo, simbolo di legalità
Era il 5 settembre del 2010 quando Angelo Vassallo sindaco di Pollica fu ucciso dai killer a pochi metri dalla sua abitazione. Furono esplosi nove proiettili calibro 9, sette dei quali andarono a segno. Soprannominato il "sindaco pescatore" era noto per le sue battaglie ambientaliste. Per Cilento, prima ancora che per la provincia di Salerno e per l'Italia intera la sua amministrazione è stata un simbolo di legalità (video C. Pecoraro)

Le testimonianze. «Bisogna tenere sempre la luce accesa – ha detto il sindaco di Pollica Stefano Pisani – anche una sola per sperare di arrivare a chiarire la vicenda di Angelo. È giusto ogni anno accendere l’attenzione su di lui, per la verità noi lo facciamo tutti i giorni, quando pensiamo alle cose concrete portando avanti le sue idee». Poi ha aggiunto: «Ieri sera (il 4 settembre, ndr) ho ascoltato il pensiero che avevano di Angelo i ragazzi di Libera Bologna e mi hanno stupito, mi hanno fatto venire la pelle d’oca, tanto che ho pensato che forse lo avevano conosciuto...». Poi è stata la volta di Michele Buonomo, presidente regionale di Legambiente: «Penso sia doveroso fare giustizia per questa comunità ed anche per chi ha visto Angelo, in questi anni, come modello. Mi collego alle parole di Ermete Realacci: in questa storia lo Stato ci perde la faccia, perde la sua credibilità. Non è possibile che a distanza di sei anni si brancoli ancora nel buio. Il rischio è che con il passare degli anni – ha concluso – si indebolisca anche la spinta per la ricerca della verità. È un dovere arrivare a comprendere chi ha ucciso Angelo». Si collega al manifesto fatto stampare dal comune di Pollica in occasione dell’anniversario della morte del suo sindaco, invece, Alfonso Andria: «Sul manifesto – ha spiegato – si riportano due parole “verità è giustizia”. Ebbene, nella vicenda di Angelo tutti cercano giustizia e per ottenerla bisogna trovare la verità. Quella che qualcuno in questa storia non dice ritraendosi in un silenzio omertoso che non consente alla magistratura di chiudere il cerchio».

L’appello. Quindi manda un messaggio: «Chi sa si rivolga alla magistratura e permetta finalmente di donare la verità alla sua gente, ai suoi familiari, ma all’Italia tutta per la quale Angelo è divenuto un simbolo. Non è mai troppo tardi se può aiutare a risolvere il caso». Non ha fatto mancare il suo supporto neppure l’onorevole Simone Valiante che ha detto: «A perderci in questa storia è lo Stato che ancora non ha dato un volto al colpevoli ed ai mandanti di questo efferato delitto. È come se la luce si fosse spenta in quel 5 settembre di sei anni fa e fossimo rimasti al buio per tutto questo tempo».

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