Il caso

«Pagherò, ma il contributo alla Cavese era legittimo»

L’ex sindaco Galdi e la condanna della Corte dei conti per la sponsorizzazione «L’aiuto risale al 2010 e il divieto di nuovi sostegni fu deciso a partire dal 2011»

CAVA DE' TIRRENI. «Ho sempre agito nell’interesse della mia città e ho rispettato il denaro pubblico, ma nonostante tutto pagherò l’importo per il quale sono stato condannato». È questo il commento dell’ex sindaco Marco Galdi all’indomani della sentenza della Corte dei conti che ha disposto a sue spese un risarcimento al Comune di 55mila euro per la sponsorizzazione concessa alla Cavese nel 2010. Come già annunciato alla luce del verdetto arrivato nei giorni scorsi, Galdi – in un incontro pubblico tenutosi ieri mattina a Palazzo di città – ha voluto spiegare le sue ragioni alla cittadinanza, fermo restando che la vicenda si chiuderà con il pagamento delle somme dovute senza la possibilità di ricorso. «La condanna ormai è definitiva – ha spiegato l’ex sindaco – le sentenze della Corte dei conti non ammettono ricorso in Cassazione se non per motivi di giurisdizione. Tuttavia – precisa Galdi – ci sarebbero stati molti motivi sul piano giuridico e fattuale per impugnare questa pronuncia».

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E proprio questi motivi sono stati snocciolati nel corso dell’incontro di ieri, a partire dalla precisazione che dei 150mila euro di contributo alla Cavese inizialmente previsti, erano stati dati a compensazione solo 16 mila considerato che la società era in debito nei confronti del Comune di oltre 130mila euro. C’è poi la questione della legittimità del provvedimento: anche con le amministrazioni precedenti infatti il Comune non aveva fatto mancare il proprio sostegno economico mediante sponsorizzazioni alla squadra locale di calcio (15mila euro tra il 2007 e il 2008, altri 35mila euro l’anno dopo). «Il divieto espresso di nuove sponsorizzazioni – ha detto Galdi – è stato sancito a decorrere dal 2011, ma è noto che i fatti censurati risalgono al 2010, ovvero a un periodo in cui il divieto non era ancora operante. Dunque sarei colpevole di non aver applicato una legge che è diventata applicabile sono dall'anno successivo?».

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Sul piatto anche il discorso delle responsabilità e dell’attuazione burocratica degli indirizzi. L’ex sindaco ha più evidenziato come i competenti uffici comunali abbiano proceduto alla liquidazione dei 16mila euro in assenza della necessaria delibera di giunta prevista dallo stato comunale e senza aver preventivamente stipulato il contratto di sponsorizzazione. «Documenti mai arrivati sulla mia scrivania – ha detto Galdi – penso che ognuno debba essere chiamato a rispondere dell'attività propria non dell’attività degli altri. Francamente, dal punto di vista personale, mi sento assolutamente sereno, certo dovrò sottrarre alla mia famiglia l’importo per il quale sono stato condannato, ma continuerò a camminare a testa alta».