Il caso

Olevano, disperso sui monti. Appello delle figlie «È vivo, aiutateci»

I familiari del 64enne: «Non fermate le ricerche» Da dieci giorni non si hanno più notizie di Nino Rocco

OLEVANO SUL TUSCIANO. «Vi prego, non smettete di cercare il mio papà: lui è ancora lì che aspetta che qualcuno lo salvi...». L’appello è quello di Federica, una delle figlie di Antonio Rocco, per tutti Nino, il 64enne di Olevano sul Tusciano sparito nel nulla sui monti di Senerchia dove era andato con degli amici a cercare funghi. I soccorritori, dopo una settimana di intenso lavoro, sembra vogliano attenuare le ricerche, convinti probabilmente che per l’uomo non ci sia ormai più nulla da fare.

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Non la pensano così i familiari che, nei giorni scorsi, hanno anche pubblicato una pagina Facebook – riportiamo a casa il mio papà nino – per tenere alta l’attenzione sul caso.

«Papà prima di sparire – aggiunge la figlia Federica – ha chiamato gli amici con i quali era andato in montagna dicendo loro che si era perso e spiegando cosa vedeva intorno a sé per dare indicazioni ai soccorritori. Poi ha detto: “resto qua e aspetto”. Noi siamo sicuri che è ancora lì, aspettando forse agonizzante che qualcuno lo salvi».

Sulla pagina Facebook è anche raccontata per sommi capi la vicenda: «Venerdì scorso, 8 luglio, il mio papà è scomparso sulle montagne di Senerchia (Avellino, Oasi della caccia). Era andato con due suoi amici alla ricerca di funghi e dal pomeriggio di quel giorno non si hanno più sue notizie. Nell’ultimo contatto telefonico, ha indicato chiaramente il luogo in cui si trovava».

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Le ricerche sono andate avanti per giorni per mano del Soccorso alpino speleologico, della Protezione civile, della Croce rossa, dei carabinieri «e anche di tantissimi volontari locali che hanno dato un’immenso contributo. Purtroppo questo dispiegamento di forze a cui sono grata anche a nome della mia famiglia non ha ancora prodotto alcun risultato e il mio papà è ancora disperso. Mi rivolgo a tutti quelli che possono darci supporto e hanno gli strumenti per farlo di aiutarci a non interrompere le ricerche e a riportarlo a casa dalla sua famiglia che lo ama».

Analogo appello ai soccorritori arriva dalla figlia più piccola di Nino, Arianna: «Mi rivolgo a tutti quelli che possono darci una mano e hanno gli strumenti per farlo, di aiutarci e non interrompere le ricerche. Riportatelo da noi che lo amiamo e non possiamo perderlo. Il mio papà è vivo, io lo so». Il pensiero della ragazza va soprattutto alle squadre di soccorso: «È grazie al loro che possiamo continuare a sperare. Ora non possono arrendersi. La zona è impervia e difficile. Stanno facendo un lavoro eccellente, ma non vogliamo che si interrompa prematuramente. Proprio per la natura di quelle montagne, pensiamo ci vogliano più giorni per poter ritrovare nostro padre che, lo ripeto, per noi è vivo».