Cercatore di funghi scomparso sui monti Angoscia a Olevano

Continuano le ricerche nella zona tra Senerchia e Calabritto I volontari si calano in anfratti e burroni del “Polveracchio”

OLEVANO SUL TUSCIANO. Cresce l’ansia per il mancato ritrovamento di Antonino Rocco, il cercatore di funghi di Olevano sul Tusciano disperso da cinque giorni sul monte Polvaracchio, tra i comuni di Senerchia e Calabritto. Dopo il vertice in prefettura ad Avellino, presieduto dal dirigente dell’area di Protezione civile, proseguono le ricerche che si concentrano sui tratti più impervi e pericolosi. Si teme che il 64enne, scomparso alla vista dei due amici, sia potuto scivolare su di un tratto breccioso e finire in un dirupo.

Le ricerche sono laboriose e lente, fatte con metodi tradizionali (corde) per accedere nei punti più difficili. L’ultimo contatto telefonico risale al pomeriggio di venerdì, poco prima delle 14,30, quando Antonino Rocco, Nino per gli amici, ha risposto al cellulare. Ad uno dei compagni ha detto di essersi perso, quasi rassicurandoli. «Mi siedo qui e aspetto, ho il cellulare scarico». La conversazione è durata poco più di quattro minuti. Poi il silenzio. Il telefono cellulare è rimasto irraggiungibile.

Da quattro giorni vanno avanti le ricerche senza sosta. È stata organizzata una task force con base operativa nel campo sportivo di Senerchia. L’attività dei soccorritori è concentrata nella zona denominata “Valle della Caccia”. Partecipano alle battute i vigili del fuoco di Avellino, i carabinieri della compagnia di Montella e il personale del soccorso alpino e speleologico Campano (Cnsas) insieme a squadre di volontari giunte da Olevano sul Tusciano e Giffoni valle Piana. Chiesti anche rinforzi alle sezioni del Cnsas delle regioni limitrofe. Altre squadre di soccorso sono attese dalla Basilicata, Puglia e Calabria.

Finora le ricerche hanno dato sempre esito negativo. Ora l’attività dei soccorritori si concentra tutto negli anfratti più difficili e irraggiungibili dove il povero Nino Rocco potrebbe essere scivolato.

Secondo quanto ricostruito dai volontari, il 64enne era andato alla ricerca di funghi senza l’attrezzatura idonea e con scarpe da città. Non aveva con sé neppure il classico cestino per la raccolta dei preziosi frutti del sottobosco. A far pensare che Rocco possa essere finire in un crepaccio, c’è il particolare che finora non è stato trovato nessun indizio a lui riconducibile. Né un oggetto personale o qualcosa che possa aiutare a stringere il cerchio delle ricerche.

L’ultima volta il suo cellulare si era agganciato sul ripetitore di Contursi Terme e lui stesso avrebbe riferito, in una delle ultime conversazioni telefoniche, di vedere qualcosa simile ad una cava e delle case in lontananza. A rendere difficile le ricerche sono le cime del monte Polveracchio, molto insidiose.

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