SALERNO

Morte in carcere, indagati due medici

Si tratta di due sanitari che prestano servizio nell’infermeria della Casa circondariale: saranno sentiti nei prossimi giorni

SALERNO. Ci sono due indagati per la morte di Alessandro Landi, il 36enne deceduto in carcere il giorno di santo Stefano. Si tratta di due medici che prestano servizio nell’infermeria della Casa circondariale: saranno sentiti nei prossimi giorni, quando saranno anche noti gli esiti dell’esame autoptico, che si svolgerà questa mattina alle 12. Al medico legale (molto probabilmente un professionista di Benevento), il cui incarico sarà conferito in mattinata, il pm titolare delle indagini, Maria Carmela Polito, chiede soprattutto di accertare le cause dell’improvviso arresto cardiaco e se vi sia stato qualche omissione o ritardo nei soccorsi.

E pure di verificare se le sue condizioni generali fossero compatibili col regime di carcerazione. Anche perché la moglie di Landi, Annamaria Vitolo, è dubbiosa riguardo la versione ufficiale, che parla d’infarto. Le sue perplessità nascono da alcune considerazioni e, in particolar modo, dall’aver notato sul corpo del marito, nell’obitorio del Ruggi, alcuni particolari raccapriccianti: il viso gonfio, due lividi sul collo e un grumo di sangue sul labbro. Elementi che l’hanno convinta a non fidarsi della relazione istituzionale e a chiedere approfondimenti, attraverso la denuncia presentata attraverso il suo legale, l’avvocato Agostino Allegro.

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La donna vuole che sia fatta piena luce sul mistero che, per il momento, avvolge l’improvvisa scomparsa di suo marito. «Abbiamo fiducia nel lavoro dei magistrati – evidenzia l’avvocato Allegro – affinché vengano chiariti alcuni aspetti. Landi era un padre di famiglia, alla sua prima esperienza detentiva e non è che in passato avesse manifestato disturbi cardiaci». Intanto emergono altri particolari degli ultimi giorni di vita del 36enne, che era ospite della struttura penitenziaria da tre mesi, per storie di droga e prostituzione. Al 36enne, residente a Matierno, erano state strette le manette ai polsi lo scorso settembre nell’ambito del blitz dell’antimafia denominato “Italo” che, attraverso l’emissione di 62 misure cautelari, sgominò cinque gruppi criminali dediti alle rapine e allo spaccio di droga tra Salerno e la piana del Sele. Landi doveva rispondere delle accuse di sfruttamento della prostituzione, aggravato dallo stato di necessità della vittima, dipendente dalle sostanze stupefacenti.

In pratica, le tossicodipendenti che non riuscivano a pagare la droga dovevano saldare il loro debito attraverso prestazioni sessuali. I pusher procuravano i clienti e organizzavano pure gli incontri amorosi, stabilendo le modalità, il prezzo e le prestazioni. Landi, dunque, per questo motivo era finito dietro le sbarre ma si era adattato alla vita in carcere. Tant’è che era stato preso nella squadra dei detenuti-lavoratori, in qualità di idraulico. Venerdì sera, subito dopo aver terminato il lavoro, ci sarebbero state le prime avvisaglie del malore che poi si è rivelato fatale: il 36enne avrebbe lamentato dei sintomi allarmanti, come un insistente dolore al petto.

Proprio per questo motivo era stato accompagnato, dagli agenti della polizia penitenziaria, nell’infermeria del carcere, per essere sottoposto ai controlli medici. Che, a quanto pare, avrebbero dato esito negativo, non riscontrando particolari anomalie o disfunzioni. Per precauzione, comunque, dopo gli accertamenti diagnosti, tra cui anche il grado di ossigenazione nel sangue, l’uomo era stato trattato con alcune flebo che, a quanto pare, avrebbero attenuato il disturbo. E la medesima scena si era ripetuta anche sabato mattina, con il ritorno nel reparto per ulteriori controlli.

Dunque alcuni campanelli d’allarme ci sarebbero già stati, anche se, come sembra, non erano stati meritevoli di un approfondimento sanitario, magari prevedendo il ricovero in ospedale, per effettuare ulteriori accertamenti, in modo tale da comprendere il reale motivo del dolore in petto. Fatto sta che Landi ha trascorso dietro le sbarre anche il Natale e, nella notte tra il 25 e il 26, si è verificata la tragedia: è stato trovato già cadavere dagli agenti in servizio.

L’uomo, in base alla prima ricostruzione, intorno alle 2, sarebbe andato nella toilette, e qui il suo cuore avrebbe cessato di battere, rendendo vani tutti i tentativi di rianimazione.

 

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