l'intimidazione

Minacce a Eboli: proiettile in una busta per il presidente Ises

La lettera minatoria lasciata nella guardiola del Centro di riabilitazione. Gaeta accusa: «La nostra convenzione fa gola, ma noi andiamo avanti»

EBOLI. Un proiettile per il presidente della Nuova Ises, Tullio Gaeta. Era in una busta lasciata nella guardiola della centralinista. L’impiegata ieri mattina arrivata a lavoro l’ha vista e l’ha consegnata subito all’assistente sociale del Centro Ises. Una volta aperta, all’interno un proiettile calibro 7.65 e un bigliettino con su scritto: “Al presidente”: sulla vicenda indagano i carabinieri di Eboli coordinati dal comandante Alessandro Cisternino.

Le intimidazioni al Centro. Al centro di riabilitazione già in passato sono accaduti episodi di intimidazione. «Sono assolutamente tranquillo – ha commentato Gaeta – una simile minaccia non mi impaurisce, ma non mi sorprende neanche. È la naturale conseguenza del fatto che stiamo portando alla luce del sole situazioni al limite della legalità. Del resto anche per le elezioni del Consiglio abbiamo ricevuto minacce tanto da non riuscire a presentare la lista...». Una mattinata convulsa quella di Gaeta: «Ancora prima di aprire la busta abbiamo percepito cosa contenesse e ho avvisato subito i carabinieri – racconta – non c’è affrancatura, col portone sempre aperto chi ha voluto mandarmi la lettera sarà passato e l’avrà lanciata nella guardiola senza alcun timore, vista l’assenza di telecamere».

leggi anche: Proiettile e minacce per Cecilia Francese Busta con messaggio intimidatorio nel giorno del varo della nuova giunta Le lacrime davanti a tutti, poi la risposta netta: «Io non ho paura»

Nessuna paura, anzi, il presidente della Nuova Ises alza il tiro e fa nomi e situazioni scomode tirando in ballo anche funzionari Asl e vecchi dirigenti del centro.

Il consiglio di amministrazione guidato da Gaeta avrebbe scoperchiato il vaso di Pandora: «Ci sono personaggi che da tempo vogliono mettere le mani sulla nostra convenzione – accusa – per anni sono state effettuate ispezioni da funzionari Asl senza che firmassero alcuna prescrizione. Mi chiedo come mai Antonio Cicalese, nonostante i 12milioni di euro di debiti, si affannasse tanto a voler diventare presidente». Nomi e cognomi, Tullio Gaeta non cambia rotta, il proiettile arrivato in piazza Pendino scatena il neo presidente: «Oggi inizierò lo sciopero della fame occupando la sede Asl a Salerno, attendiamo da tempo risposte da Longo che da ex funzionario Asl conosce molto bene la situazione Ises – continua Gaeta – tutte le delibere, fino a quella di trasferimento di un centro dell’agro nocerino a Matinella, portano la stessa firma. L’invio del proiettile proprio nel giorno in cui arriva il commissario da Roma la dice lunga».

L’interrogatorio dai carabinieri. In tarda mattinata il presidente, scortato da alcuni dipendenti, è andato nella caserma dei carabinieri dove ha rilasciato le dichiarazioni, poi l’incontro col commissario liquidatore, Angela Innocente: «Temevo che la Innocenti chiudesse il Centro – dice Gaeta – invece è ancora più determinata ad andare avanti. Mi ha detto: “Se sono arrivate minacce è perché siamo sulla strada giusta per la trasparenza e la legalità”. Continueremo su questa strada». E aggiunge: «Oltre ai bilanci illegali abbiamo anche scoperto che per anni il Centro ha pagato il fitto sull’intero stabile compreso l’appartamento occupato da un inquilino – conclude – su questo il commissario liquidatore è riuscito a bloccare anche lo sfratto previsto a fine giugno».

La solidarietà all’Ises. Nessun blocco delle attività in piazza Pendino, mentre messaggi di solidarietà sono arrivati da più parti. Il sindaco di Eboli, Massimo Cariello, ha voluto incontrare Gaeta e il commissario: «Gli atti di intimidazione sono sempre condannabili. La nostra condanna, però, deve essere ancora più decisa quando si tratta di atti che si rivolgono contro lavoratori e contro chi ha maggiore bisogno di assistenza. La busta con proiettile recapitata al presidente Gaeta deve smuovere la coscienza di ogni cittadino. Non possiamo e non vogliamo abbassare la guardia, lasciando campo libero ai violenti e ai sopraffattori. Eboli è una città di libertà e di cultura e condanna con fermezza questo ignobile atto, schierandosi al fianco dei lavoratori dell’Ises e delle loro famiglie». Solidarietà anche dal capogruppo dei Democratici per Eboli: «Si tratta di un atto intimidatorio gravissimo per cui esprimiamo la nostra solidarietà al presidente e ai dipendenti – dice Pasquale Infante – la vicenda Ises va affrontata nelle sedi competenti per questo chiediamo una convocazione urgente della Commissione sanità».