Proiettile e minacce per Cecilia Francese

Busta con messaggio intimidatorio nel giorno del varo della nuova giunta Le lacrime davanti a tutti, poi la risposta netta: «Io non ho paura»

BATTIPAGLIA. Lettera minatoria e proiettile per la sindaca Cecilia Francese. Ieri mattina, poco prima della presentazione della nuova giunta, alla prima cittadina è stata recapitata una busta. All’interno, una lettera con minacce ai genitori, un esplicito riferimento al compagno, l’ex sindaco di Eboli Gerardo Rosania (cui era stato riservato un analogo trattamento), e l’invito ad ascoltare i consigli di “referenti” che saranno “cortesi e disponibili”. Si legge che “le eroine passano sì alla storia, ma anche all’altro mondo”. Attaccato alla lettera con del nastro adesivo un proiettile calibro 22.

I carabinieri di Battipaglia stanno indagando sull’accaduto. L’episodio è stato rivelato direttamente dalla sindaca all’inizio della conferenza organizzata per la giunta. Cecilia Francese non ha trattenuto le lacrime e ha svelato l’accaduto dinanzi a centinaia di persone presenti per la proclamazione del governo cittadino. Al suo fianco, il capitano della compagnia dei carabinieri di Battipaglia, Erich Fasolino, che ha negato con singolare tempismo riferimenti alla camorra. «Mi è stata recapitata – ha detto la sindaca – una lettera di minacce con un proiettile, ma io non ho paura. Ci sono chiari riferimenti ai miei cari, alla mia famiglia», ha esordito Francese con la voce rotta dall’emozione e le mani tremanti. Poi è scoppiata a piangere. «Mi chiedete se c’entra la camorra? Il metodo è quello camorristico – ha continuato – spero si tratti solo di intimazioni, ma ho capito che qui c’è la paura di cambiare, di smantellare il passato, di cancellare la vecchia logica delle spartenze. Io sto andando contro ciò che è stato finora a Battipaglia. Anche la giunta è stata scelta solo per competenze. Magari potrebbe trattarsi della lettera scritta da qualcuno che non ha nulla da fare. Sicuramente è un atto grave, ma non ci ferma nell’intento. Vuol dire che siamo sulla strada giusta, che sanno che vogliamo cambiare».

leggi anche: Il sindaco di Battipaglia, Cecilia Francese Battipaglia e il messaggio degli apostoli del malaffare Un proiettile color bronzo e dall’odore inequivocabile di camorra o di qualcosa di molto simile allegato a una lettera inquietante. In momenti come questo non si possono operare distinguo. La lettera ha un solo indirizzo ma è come se l’avessero mandata a tutti quelli che non vogliono tornare al peggio. E dunque è da respingere al mittente, chiunque sia

E ha concluso: «il momento è molto delicato e spero che ci siano vicini tutti. Abbiamo voglia di iniziare. La città deve ripartire. Qui ci sono interessi grossi e basta vedere come è stata condotta la campagna elettorale». Solo martedì scorso, in occasione della visita del questore di Salerno Pasquale Errico al Comune di Battipaglia, Francese aveva ammesso che «si respira a Battipaglia un clima pesante. Qui c’è bisogno di pace e serenità».

Il capitano dei carabinieri di Battipaglia, Fasolino, non vuol sentire parlare di camorra: «Faremo le indagini e andremo fino in fondo. È un fatto grave, ma escludo la camorra. Il proiettile è di piccolo calibro (22) e la lettera è scritta troppo bene. La camorra utilizza di solito il calibro 9 per 21 o un calibro 38. Evitiamo allarmismi. Noi siamo presenti».

La busta contenente la lettera minatoria e il proiettile è stata presa in consegna dai carabinieri di Battipaglia per le indagini del caso. Risulta spedita da Napoli il 27 giugno ed è giunta all’ufficio protocollo del Comune poco prima delle ore 9. Il mittente scritto sulla lettera è “circolo culturale Poldina” (un chiaro riferimento alla madre di Francese, l’ex maestra Poldina). La lettera è arrivata nella stanza della sindaca poco dopo le ore 9, insieme con il plico dei giornali quotidiani. Ha bypassato i controlli comunali perché sulla busta era scritto “riservata e personale” all’attenzione della dottoressa Cecilia Francese. È stata aperta dalla prima cittadina. Al suo fianco c’erano Antonella Pacilio (ufficio stampa) e il marito Oreste Vassalluzzo, e il capo staff Adriana Esposito. Sono stati tutti interrogati dai carabinieri. A ogni persona che ha toccato la lettera sono state raccolte le impronte digitali, in modo da escluderle nei controlli.

©RIPRODUZIONE RISERVATA