Mazzette al Ruggi, il Riesame di Firenze annulla gli arresti

Il neurochirurgo Liberti torna libero, per il primario Brigante resta in vigore l’ordinanza di Salerno. Per i giudici toscani «mancano i gravi indizi»

SALERNO. Mancano indizi gravi per dire che i medici Luciano Brigante e Gaetano Liberti siano colpevoli di concussione nei confronti dei pazienti dirottati dalla Toscana al Ruggi di Salerno. Lo ha stabilito il Riesame distrettuale di Firenze, che smonta l’ordinanza cautelare e dispone per i due neurochirurghi la revoca degli arresti domiciliari. Liberti torna libero, perché per lui l’inchiesta è stata trasferita per intero all’autorità giudiziaria di Pisa; Brigante resta invece agli arresti domiciliari, in virtù della pronuncia del Riesame di Salerno sui soldi che alcuni pazienti hanno affermato di avergli consegnato in contanti, pur di accorciare i tempi d’attesa per l’intervento chirurgici. Sull’altro capo d’imputazione, quello che coinvolge i rapporti con la clinica toscana di San Rossore dove opera Liberti, il tribunale fiorentino si mostra invece assai scettico e accoglie le richieste presentate per Liberti dagli avvocati Giulia e Tullio Padovani e per Brigante da Alberico Villani e Paolo Carbone. Non vi sono gli estremi – spiegano i giudici – per rilevare il reato di concussione nell’intesa tra medici e pazienti in cui si concordava di far eseguire l’intervento al luminare giapponese Takanori Fukushina (anche lui indagato) non nella clinica privata, dove sarebbe costato di più, ma nelle sale operatorie di Salerno.

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Anche la mancata autorizzazione a Fukushima (che secondo gli inquirenti agli interventi eseguiti al Ruggi poteva solo assistere ma non partecipare) viene messa in dubbio. Si evidenzia infatti che di “partecipazione” si parla in due richieste di autorizzazione che il primario Brigante ha formulato alla direzione sanitaria. «Il quadro degli indizi a carico degli indagati – conclude il Riesame – non appare, pertanto, essere grave». E l’ordinanza cautelare ne risulta annullata.

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