Scandalo mazzette Azienda parte civile nel processo penale

Per il presunto giro di tangenti a Neurochirurgia l’ospedale vuole chiedere i danni al primario Brigante

L’Azienda “Ruggi d’Aragona” si costituirà parte civile nel procedimento penale sulle mazzette per scavalcare le liste d’attesa nel reparto di Neurochirurgia dell’ospedale “San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona”. Ha già dato mandato al legale Cecchino Cacciatore, che da ieri sta studiando come fare per assistere l’Azienda ospedaliera a rivalersi nei confronti del neurochirurgo Luciano Brigante e del team che avrebbe collaborato con lui per lucrare sulla pelle degli ammalati che lottavano contro il tempo per fermare malattie incurabili, se non prese in tempo, ed erano disposti a sborsare qualunque cifra pur di farsi operare prima possibile. Il primo passo del legale sarà curare la costituzione di parte civile dell’Azienda non appena sarà fissata l’udienza preliminare. Rispetto al presunto giro di tangenti per accelerare i tempi degli interventi, l’ospedale ritiene di essere «parte offesa nel procedimento», è scritto nella delibera.

Sono di due tipi le contestazioni mosse al neurochirurgo Luciano Brigante e agli altri professionisti coinvolti nello scandalo. Secondo la Procura, Brigante era, infatti, a capo del team che organizzava il giro di tangenti con la complicità del luminare giapponese, Takanori Fukushima, e del suo collaboratore Gaetano Liberti, oltre al presunto coinvolgimento della caposala di Neurochirurgia, Anna Rita Iannicelli, e il capodipartimento di Neuroscienze e patologie cranio facciali, Renato Saponiero, accusato di omessa denuncia e abuso d’ufficio per non aver disposto sul collega Brigante un’inchiesta interna. I professionisti coinvolti direttamente nel giro di tangenti si sarebbero macchiati del reato di concussione, perché avrebbero chiesto soldi in cambio della possibilità per gli ammalati di vedersi abbreviare i tempi degli interventi. Ma si sarebbero resi responsabili anche di abuso d’ufficio nel momento in cui avrebbero manomesso l’elenco delle prenotazioni per modificare l’ordine delle liste d’attesa.

Come da giurisprudenza della Corte dei conti, l’Azienda potrebbe chiedere a tutti i medici e personale sanitario coinvolti nelle indagini il risarcimento per “danno da tangente” e “danno da disservizi”. Il primo è un danno relativo alla condotta illecita perpetrata dai sanitari e il secondo è relativo al fatto che i professionisti potrebbero aver alterato la qualità del servizio pubblico per un tornaconto personale. Il danno all’immagine arrecato all’Azienda ospedaliera chiama in causa tutti i medici coinvolti nelle indagini della Procura.

Intanto dopo lo scandalo delle mazzette, si è insediata al “Ruggi” la commissione aziendale per il governo delle liste d’attesa per vigilare sulla corretta applicazione dell’ordine di prenotazione degli interventi chirurgici, la cui presidenza è stata affidata al magistrato Alfredo Greco, ex procuratore capo presso il Tribunale di Vallo della Lucania. (m.c.)

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