Franco Mari e Arturo Scotto

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«La Sinistra? L’unica è quella Italiana. Altri non credibili»

Affondo di Franco Mari su ex compagni e scissionisti Pd «Se volevano davvero rompere, l’approdo già esisteva»

SALERNO. Si anima il dibattito a sinistra in vista dei congressi provinciali che a fine mese definiranno gli assetti provinciali di Sinistra Italia. «Sarà un congresso aperto – dice Franco Mari – e sarà interamente dedicato ai problemi di questa provincia, alle sue vertenze aperte, ai suoi mali. Insomma un congresso non rituale, essendo noi la vera novità politica».

A sinistra di novità ce ne sono diverse. Dp ad esempio

Non so cosa voglia essere. Sono convinto che sia nata con le migliori intenzioni. Da anni, noi di Sel, auspicavamo una presa di coscienza. Che si aprisse una falla nel partito di Renzi. Ma Dp non so ancora cosa produrrà nel tessuto elettorale. Cosa racconterà.

Cioè?

È una parte del Pd che oggi non sopporta più quello che accade nel suo partito ed è andata via. Però c’è bisogno di dare un messaggio chiaro se vuoi parlare con quella maggioranza che ha detto no al referendum. E questo, a mio avviso, non accadrà prima della fine del congresso Pd.

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Dopo il 30 aprile che scenari immagina?

Se Renzi perde, io non ci credo, si riapre una discussione tra Pd e forze di sinistra. Ma se il problema era essere alternativi a Renzi, perché non restare o, per gli “scissionisti” Pd, venire in Sinistra Italiana dove dal primo momento si è detto che eravamo alternativi a Renzi?

Perché secondo lei?

Perché molti sostengono, sbagliando, che l’ex premier perderà. E a pensar male, a molti conviene restare in quel quadro politico per costruirsi una verginità che non esiste. Tant’è che è più esplicito Pisapia che non esclude, già da oggi, accordi con Renzi. Tanto è già tutto scritto: quando si andrà a votare ci sarà l’appello anti Salvini o quello anti grillino e tutti si metteranno insieme in un polpettone da Alfano a Pisapia.

Anche Sel era in quel polpettone che si chiamava “Italia bene comune”.

Si e abbiamo contribuito a eleggere i presidenti di Camera e Senato e il presidente della Repubblica. Ma poi siamo andati all’opposizione e ci siamo rimasti con coerenza. Ecco perché non ripartire da quella coerenza?

Lo si deve chiedere soprattutto a Scotto ma anche a D’Attorre.

Un gesto incomprensibile il loro. Alla fine si ritroveranno nuovamente nel Pd con Renzi.

Però se Renzi perde...

Non si elimina il renzismo. Quelle politiche sono nate con il centrosinistra e si sono evolute e continueranno anche senza Renzi. È come il deluchismo, c’è un pezzo consistente della società che si riconosce in quel messaggio. Se quel pensiero neoliberista ha invaso il tuo campo allora c’è bisogno di un taglio netto. E per farlo, l’unico soggetto politico che oggi rappresenta una cesura con queste politiche è Sinistra Italiana. Non c’è bisogno di inventare nessun altro partito altrimenti si rischia solo di prendere in giro la gente.

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