L'appuntamento

La Salernitana sogna la vendetta più bella

Salerno vuole battere la corazzata Verona due volte: per i tre punti e per liberare l’armadio dagli scheletri del passato

SALERNO. Stasera arriva la corazzata Verona e Salerno (non la Salernitana, che ha fatto bene a isolarsi) vuole batterla due volte: per i tre punti e per liberare l’armadio dagli scheletri del passato. Pare ancora di rivedere lo striscione gelido e cinico esposto cinque anni fa dai veronesi, quando all’Arechi misero la serie B in tasca, in finale playoff: “E adesso fischiate la fine...”.

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Cinque anni dopo, la Salernitana è risorta dal fallimento, ha difeso a denti stretti la serie B, la gente aspetta l’estate per il calciomercato, non con la paura delle penalizzazioni. Per tutti questi nuovi, belli e importanti motivi, Salernitana-Verona oggi è un’altra storia, un’altra pagina. Però ieri mattina un tifoso ha incontrato Giuseppe Sannino, l’allenatore-motivatore dei granata, e gli ha detto: «La partita con il Verona è come il battesimo di mio figlio». Sannino ha sorriso, ha stemperato: in passato ha lavorato anche in ospedale e quindi sa come si “anestetizzano” le vigilie bollenti. «Cuore caldo e mente fredda – ha detto il tecnico della Salernitana – in giro percepiamo entusiasmo, passione e pressione ma non voglio che i ragazzi si facciano irretire. La partita non devono giocarla prima, loro devono portare le energie dentro il campo. Salerno l’aspetta da cinque anni, è capitato qualcosa ma noi siamo il popolo del Sud, sempre impregnato di senso di responsabilità e grande educazione. Talvolta c’è un ricordo ed è difficile toglierlo ma devono trionfare la sportività e il divertimento. Non vivremo con la smania della partita finché non lasceremo il ritiro con il nostro pullman. Quando, però, saremo a bordo e ci avvicineremo allo stadio Arechi, non voglio più sentire il rullo dei tamburi dei tifosi ma il cuore dei miei calciatori battere come un tamburo, a mille all’ora. Daremo il meglio, daremo tutto».

Non all’arrembaggio, «perché il Verona ha perso Giampaolo Pazzini ma ha palleggio, tecnica, qualità», piuttosto sapendo che «si scende in campo per vincere ma se non si riesce a sbloccare, bisogna anche essere capaci di “leggere” e di non perdere». Sarà la prima volta di Sannino all’Arechi: «Vivrò un’emozione intensa, da brividi all’ingresso in campo, ma ogni cosa a suo tempo». Fino a stasera alle 20.30, fischio d’inizio di Salernitana-Verona, spazio solo «ai dubbi che fanno parte della nostra vita, solo l’uomo stupido non ne ha». Deve scioglierne due: giocherà uno tra Alessandro Tuia e Raffaele Schiavi in difesa, poi Luigi Vitale e Antonio Zito si contendono il posto di quinto a sinistra nella folta mediana opposta al Verona. La possibile sorpresa potrebbe essere Della Rocca al posto di Busellato. Quando parla di formazione (pochi cenni), Sannino parte da lontano, dall’unica certezza: «Alessandro Rosina è così intelligente che potrei fargli fare anche il terzino e può farlo anche Zito, bravo alla Spezia, oppure Vitale, che sta bene. Ho conosciuto Rosina e vi garantisco che è un uomo di spessore. Vorrei che fosse più lucido possibile e vorrei mettere in campo una squadra armonica: meglio perdere due o tre gare di fila giocando bene perché sono sicuro di riprendermi, anziché vincerne due o tre a caso sapendo che poi si entra nel vortice».

Soddisfatto del mercato? «Ciò che è stato non conta più – taglia corto l’allenatore – il mercato è finito, non ne parliamo più, andiamo avanti fino alla fine. L’allenatore deve essere soddisfatto dei calciatori messi a disposizione e mi fermo qui. Il mio compito adesso è solo lavoro. Non ho capito se ero io ad aspettarmi qualcosa dal mercato oppure ve l’aspettavate voi giornalisti. Nel tempo ho capito che il vestito bisogna cucirselo addosso con le caratteristiche dei giocatori allenati. Sorpreso da Marchi, classe ’97, Della Rocca è un buon centrocampista, Perico ci tornerà utile».