Il commento

Salernitana, 90 minuti tra ironia e passione

È il campionato di B ma sembra serie A. Il copione, a Salerno, non cambia mai

È il campionato di B ma sembra serie A. Il copione, a Salerno, non cambia mai. È così da anni. Mentre in altri stadi gli spalti sono vuoti o quasi, l’Arechi offre sempre uno spettacolo fantastico. Tribune piene, clima “inglese” favorito anche dall’assenza della pista d’atletica, coreografie originali, ironiche, quasi mai offensive. In ventimila alla prima casalinga. Una passione senza confini che esplode alla prima occasione. Stasera sarà un po’ diverso, è l’esame di laurea visti i precedenti con il Verona. Saranno in 111 provenienti dalla città di Giulietta e Romeo: sulla carta la scelte di non modificare l’orario della partita (anticipo pomeridiano alle 16,30) sembra aver funzionato. Non ci sarà la temuta invasione da Verona, una ragione in più affinché il piano per l’ordine pubblico funzioni senza sbavature anche se l’isolamento del quartiere San Leonardo è un dato che deve far riflettere. Ci deve pur essere un altro modo per evitare rischi all’Arechi senza costringere la gente a restare in casa.

Nessuna risposta alle eventuali provocazioni, scegliere eventualmente l’arma dell’ironia per cancellare eventuali cori beceri e giocare sul “terronismo” della corazzata gialloblù guidata da un napoletano acquisito, Fabio Pecchia e da uno verace come Filippo Fusco. Cinque anni fa quella gara rappresentò la fine di un sogno (la promozione in B), stasera può essere l’inizio di una nuova storia.

Anche per la Salernitana di Giuseppe Sannino è un esame di laurea: contro il Verona si avrà la misura del valore di una squadra che contro lo Spezia è piaciuta per un tempo ma che sembra troppo legata alla fantasia di Alessandro Rosina. Novanta minuti, i più attesi per le ragioni che tutti conoscono. Novanta minuti per vincere in campo ma soprattutto fuori.