serie b

La Salernitana e i numeri che inchiodano il tecnico

Il turno infasettimanale dei granata fra le ombre sul tecnico e la possibilità del turn over ad Ascoli

SALERNO. Il refrain di Giuseppe Sannino nelle ultime settimane è sempre lo stesso: «Ai miei, anche a me stesso, ripeto sempre: non conta quello che abbiamo fatto ma quello che faremo». Proprio per quello che finora (non) ha fatto, e per quello che potrebbe produrre, per organico e potenzialità, dalla Salernitana di Sannino ci si aspetta una scossa, una sterzata, una decisa virata. Finora 11 punti in 10 gare e appena due vittorie che significano un misero 20%, dopo ormai un quarto di campionato: tradotto in media, si arriverebbe a maggio con un preoccupante totale di otto successi, roba da retrocessione diretta. Solo quattro squadre su 22 hanno finora vinto meno dei granata che, fuori casa, hanno ancora la casella desolatamente immacolata.

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I numeri non tradiscono. Quasi mai. La Salernitana vanta la settima peggior difesa del torneo, sbanda pericolosamente a ogni avvio di gara (cinque dei 12 gol li ha incassati addirittura nei primi otto minuti di partita), fatica a produrre azioni da gol nella ripresa (delle 12 reti realizzate solo quattro nei secondi 45’): è la somma che fa il totale. Lo diceva il principe della risata Antonio De Curtis e lo ha detto pure il “principe degli esoneri” Claudio Lotito appena due giorni fa, rivolto al tecnico granata, riassumendo bene la regola numero uno del calcio: è la somma che fa il totale. Cioè sono i numeri che decidono. La Salernitana di Sannino ha appena un punto in più rispetto a quella, rabberciata e malmessa, guidata lo scorso anno da Torrente. Poiché l’esperienza servirà pur a qualcosa, si tratta di evitare patemi e affanni vissuti nella scorsa, intera, stagione. Nessuno chiede la Luna, nessuno pretende un campionato da protagonista assoluta: però da questa Salernitana è lecito aspettarsi di più. Molto di più. Questione di gioco, questione di impostazione, soprattutto di risultati. Stasera ad Ascoli Sannino si gioca una buona fetta di credibilità, e di panchina: come ama ripetere, conta quel che si farà. Verbo però da coniugare al presente: non più al futuro, per giunta prossimo.