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Sannino di nuovo sulla graticola

Le frecciate di Lotito, i casi Donnarumma e Rosina

SALERNO. Non voglio proprio fare paragoni, ma...». Un po’ amaro e un po’ malizioso il co-patron della Salernitana Claudio Lotito. Che non è certo uno che le manda a dire, ma è sicuramente un personaggio esuberante e spesso inopportuno nel mondo del calcio. A Lotito la Salernitana non sta piacendo. Non sul piano del gioco, bensì su quello dei risultati. «È la seconda partita consecutiva che buttiamo», ha urlato. E poi, la stoccata: «Non voglio fare paragoni, ma queste partite mezze e mezze Menichini le vinceva». Un cazzotto a Sannino che non ha gradito l’uscita del patron. 

E così è bastato un solo pareggio per minare quell’equilibrio di spogliatoio raggiunto con tanta fatica dopo tre mesi. Parole sferzanti quelle di Lotito, anche fuori luogo. Menichini fa parte del passato della Salernitana, se è stato deciso di puntare su un nuovo allenatore, Campionato nuovo, ma giudizi e vita vecchia. Perché il filone dei paragoni lo ha fatto partire lo stesso Sannino, rimarcando le sue difficoltà nell’organizzare la difesa. «Ricordate da dove siete venuti», uno dei cavalli di battaglia del professore di Ottaviano. Che adesso si ritrova disorientato nel labirinto da lui stesso creato. «Napoleone sceglieva un generale fortunato, invece che uno bravo», ha insistito Lotito. Un altro messaggio duro da digerire. Che dovrebbe spaventare, ma fa solo imbufalire. 
Il post Entella è di fuoco, non la situazione migliore da gestire, perché oggi è già vigilia. La squadra è con Sannino. Il pareggio con i liguri è stato accolto con rabbia, perché si doveva e poteva fare di più. Il gruppo, però, è sereno. Tutti tranquilli, tranne uno. Sabato Alfredo Donnarumma ha vissuto l’ennesima giornata storta. Finalmente in campo dopo due turni in panchina, primo tempo girovagando per l’Arechi e poi la sostituzione dopo dieci minuti della ripresa. Donnarumma è uscito senza nemmeno alzare lo sguardo verso Sannino, che adesso si ritrova un secondo problema da risolvere.
Perché chi è subentrato, Giuseppe Caccavallo, ha cambiato e risolto la partita. E giustamente adesso reclama spazio. Donnarumma sta perdendo il sorriso e Sannino si ritrova a in mano un fucile che spara a salve. Ma guai a guardare nella canna. Il turno infrasettimanale costringerà il tecnico a pensare al turnover e per l'attaccante oplontino sicuramente ci sarà spazio. Il gol l’unica medicina. 
Ma i turbamenti di Sannino non sono finiti qui. Sabato l’allenatore granata ha prima dichiarato (come già aveva fatto) di non lasciarsi «influenzare dal nome, perché con me tutti hanno una possibilità». Per poi contraddirsi: «Rosina è un calciatore che per la sua personalità è determinante». Il fantasista di Belvedere Marittimo ha portato a termine la sua decima partita consecutiva senza poter respirare in panchina. Rosina non è una macchina e questo tour de force sta danneggiando solo la Salernitana: le ultime scialbe prestazioni la dimostrazione. Ad Ascoli potrebbe finalmente rifiatare, anche perché il capitano non è più un ragazzino e due partite alla settimana sono troppe. 
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