Il caso San Matteo

L'arcivescovo: «De Luca? Non parliamo da tre anni»

Monsignor Moretti interviene dopo le polemiche sulla processione, rivendica i tentativi di dialogo e bacchetta la Provincia: «Non capisco perché non ha partecipato»

SALERNO. «Non so se c’è Peppone ma sicuramente non c’è don Camillo». Lo ha detto l’arcivescovo Luigi Moretti, commentando con i giornalisti le ultime polemiche sulla processione di San Matteo, disertata da Comune e Provincia. «Con il Comune – ha ricordato _ ci sono stati vari incontri organizzativi in cui si ragionava per un cammino comune tra Municipio e Curia. Un protocollo di intesa sulla processione ma anche su altre cose. C’era la questione di Santa Sofia per il rinnovo del comodato, l’orario di apertura del Duomo con il Comune che si impegnava a dare un contributo. Per quello che riguardava la processione dicemmo di fare qualcosa che ci unisce per dare un segno che si è superato ogni contrasto. Era in atto un discorso per dare dignità a tutti».
Non condivide quindi la rappresentazione di uno scontro in cui anche la Curia sarebbe parte attiva: «Non sono Don Camillo che vuole fare la guerra. Io ho sperimentato esperienze collaborative. Io non faccio la guerra. Non so per quale motivo la Provincia, ad esempio non ha partecipato».

Certo non ha gradito per la benedizione de Comune con il braccio di San Matteo non vi fosse nessuno ad attenderlo: «Lo scorso anno c’era la dottoressa Avossa edanche altri. Quest’anno sono entrato e non c’era nessuno. Ho pensato a quando andavo a benedire le famiglie. A volte vai e trovi la famiglia altre volte il portiere ti da la chiave e benedici la casa vuota. Ho trovato il Comune vuoto».

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A chi gli chiede del presidente della Regione Vincenzo De Luca spiega che i rapporti si sono interrotti dopo la processione caos del 2014: «L’ho incontrato più volte ma sono tre anni che non ci parlo». Tuttavia Moretti prova a ricucire: «Io sono per lavorare per e non contro. Quello che è successo è passato. E’ interesse mio costruire quello che può essere utile per tutti. Dobbiamo creare un discorso di sinergia e collaborazione per i giovani, le famiglie disagiate. Ho timore che tutta questa panna montata si è costruita su interpretazioni senza fondamento. Il fatto che ho scelto di non entrare in Comune non è perché sono contro. Ho detto di trovare una manifestazione idonea. Se alla vigilia di San Matteo si vuol fare una manifestazione dentro il Comune non ho nulla in contrario alla statua nel palazzo di città».