il caso

L'aggressione alle Fonderie: «No alla guerra tra poveri». I lavoratori si scusano in assemblea

Nella notte uno striscione è apparso ai cancelli della Pisano. La foto pubblicata da Martina Marraffa che ha lanciato in appello: «Siamo con gli operai, no alla violenza, solo comprensione e compassione»

SALERNO. Nella notte dopo la giornata dell'aggressione a Martina Marraffa e alle tensioni all'esterno delle Fonderie Pisano, sui cancelli dell'azienda è apparso uno striscione per sancire la fine delle ostilità. "No alla guerra tra poveri", questo il testo dello striscione, la cui foto è stata postata sul proprio profilo facebook dalla stessa Martina, che ha anche postato un appello: «Siamo con gli operai, no alla violenza, solo comprensione e compassione». Un tentativo, almeno apparente, di stemperare i toni.

Intanto i lavoratori delle Fonderie Pisano stamattina ancora una volta si sono scusati. Lo hanno fatto nel corso dell'assemblea che era già stata programmata per definire il programma della manifestazione che si terrà sabato sotto la sede della Prefettura e alla quale parteciperanno i lavoratori con le loro famiglie per sostenere che il diritto alla salute deve essere garantito proprio come il diritto al lavoro.  «I protagonisti di quell'episodio che noi continuiamo a condannare - spiega il segretario Cgil Salerno, Anselmo Botte - hanno chiesto scusa a tutta l'assemblea. Io, la Fiom e la Rsu, poi, ci siamo recati al presidio e, a nome di tutti gli operai e in particolar modo degli autori dell'episodio, abbiamo chiesto scusa agli attivisti. È stata l'esasperazione e la paura di perdere il posto di lavoro che ha provocato tutto ciò, un episodio, comunque, lo ribadiamo ancora una volta, da condannare. I lavoratori - aggiunge Botte - sono regolarmente al lavoro. Nessun richiamo dall'azienda e, almeno per ora, nessun provvedimento da parte della Questura».

Sul futuro dello stabilimento, infine, Botte ribadisce che «è necessaria la delocalizzazione dell'azienda, ma noi lasceremo questa fabbrica solo nel momento in cui si accenderanno i motori nel nuovo sito. Periodi di inattività comporterebbero una perdita importante di lavoro e noi non lo possiamo permettere».

La giornata di ieri era iniziata con l'aggressione alla ventinovenne e proseguita con forti tensioni e l'intervento del sindaco Napoli, dei sindacati e di altri esponenti politici.

«Ci hanno aggredito e picchiati. È stata una vera e propria incursione da parte degli operai delle fonderie Pisano». È la denuncia di Martina Marraffa, la 29enne attivista che da giovedì manifesta davanti i cancelli dello stabilimento di Fratte a Salerno. Gli ambientalisti denunciano da tempo le emissioni inquinanti che proverrebbero dall' impianto. Gli operai, dal canto loro, temono ripercussioni per il loro posto di lavoro. Ieri mattina (mercoledì) alcuni operai della fabbrica sono scesi in strada e si sono diretti verso la giovane che stava per essere intervistata da un giornalista di Fanpage, anche lui strattonato e aggredito insieme ad un collega. Ai due (Antonio Musella e Giuseppe Pace) la solidarietà dell'Ordine dei giornalisti della Campania e del Sindacato unitario giornalisti Campania. I due hanno presentato denuncia.

Fonderie Pisano, incontro con la proprietà
SALERNO. L'incontro tra la proprietà delle Fonderie Pisano, le istituzioni e i comitati subito dopo l'aggressione subita da Martina Marraffa che da giorni era in presidio permanente davanti ai cancelli della fabbrica di Fratte. Con i dirigenti dello stabilimento il sindaco Enzo Napoli e gli assessori Calabrese e Savastano. Per i comitati anche Lorenzo Forte. (video E. Negri)

Con Martina altri attivisti, tra i quali Salvatore Milione, anche lui aggredito questa mattina: «Ci hanno rivolto spintoni e intimidazioni, noi non abbiamo reagito, altrimenti sarebbe finita molto male». Anche due operai delle Fonderie sarebbero andati in ospedale perché colti da malore.

[[(Video) Fonderie Pisano, aggressione al presidio]]

Solidarietà a Martina è arrivata dal sindaco di Salerno Vincenzo Napoli, che definisce la giovane «vittima di un ignobile e ingiustificabile atto di violenza ed intolleranza». Vicinanza anche da parte di Lorenzo Forte, presidente del comitato Salute e Vita. «Martina Marraffa - racconta Forte - è stata aggredita, prima da un gruppo di 4 o 5 operai, poi da circa 40 operai che fuoriuscivano dalla fabbrica e che oltre a distruggere tutto ciò che trovavano sulla loro strada, hanno aggredito fisicamente i giornalisti e hanno rincorso alcuni componenti del comitato come lo studente Matteo Zagaria e Massimo Calce, scampati all'aggressione per miracolo, stessa sorte è toccata ad un passante. Chiediamo un immediata presa di posizione di tutte le istituzioni, colpevoli ancora una volta del loro silenzio, e di non essere stato in grado di disinnescare questo conflitto sociale. Come Comitato Salute e Vita abbiamo sempre lavorato a garantire i due diritti costituzionali, il diritto al lavoro e il diritto alla salute, pertanto non comprendiamo tale azione, che purtroppo non è un atto isolato, ma un fatto grave che auspichiamo venga perseguito in maniera esemplare degli organi competenti».

«La violenza va sempre condannata, anche quando è fatta da operai. Non dovrebbe mai accadere, invece purtroppo è accaduto alle Fonderie Pisano di Salerno. Gli ultimi contro gli ultimi, uno scontro tra persone che dovrebbero essere dalla stessa parte. Violenza per tutelare il proprio posto di lavoro, violenza subita da chi tutela la nostra terra, la nostra salute». Lo ha detto il coordinatore regionale di Sel, Tonino Scala, commentando il grave episodio all’esterno delle fonderie Pisano. «Quando si arriva a questo – ha proseguito Scala – non ci possono essere parole diverse da una ferma condanna verso chi ha usato violenza, verso chi non riesce ad ascoltare, chi mette gli uni contro gli altri invece di trovare soluzioni concrete. Mi auguro che il buon senso possa porre fine a questa vicenda brutta e surreale: non si può continuare a pensare che in nome del lavoro si possa mettere in discussione il diritto alla salute. Chi ha il ruolo per mediare in questo assurdo scontro sociale, trovi le giuste soluzioni, rapidamente e con efficacia».

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L'azienda. "In via preliminare desidero esprimere vivissimo rammarico per quanto accaduto ed auspicare che simili episodi non abbiano più a ripetersi -spiega in una nota il Presidente/Amministratore Delegato Mario Pisano - In questa difficile situazione deve prevalere il senso di responsabilità e di equilibrio nel pieno e prioritario rispetto delle persone, siano esse esponenti del movimento di protesta che lavoratori delle Fonderie Pisano SpA. Il clima di tensione venutosi a creare – doverosamente segnalato dall’azienda nei giorni scorsi nelle sedi più idonee – non giova allo svolgimento delle autorizzate operazioni di ripristino a pieno regime del ciclo produttivo che – in questo momento – possono consentire gli annunciati rilievi in termini di analisi e di monitoraggio degli indicatori ambientali".

"L’azienda continua a manifestare massima disponibilità e collaborazione con le Autorità delegate alle verifiche e fin d’ora si dichiara convintamente favorevole ad ogni altra iniziativa in grado di consentire ulteriori e tempestivi interventi, nel caso fossero ritenuti opportuni - prosegue Mario Pisano - E’ indispensabile, però, garantire il normale svolgimento delle attività produttive ristabilendo una condizione di tranquillità  e di serenità per i lavoratori, gli impiegati ed il personale tutto agli accessi dello stabilimento".