In duemila per l'addio ai sub morti a Palinuro

Rito funebre celebrati  in piazza per Mauro Cammardella e Mauro Tancredi. Il sindaco: «Erano innamorati del loro mare»

CENTOLA PALINURO. È il silenzio a colpire di più. La capacità di una località turistica, solitamente sopraffatta dalla frenesia, di bloccarsi. Di fermare tutto per stringersi attorno al dolore delle famiglie dei due sub di Palinuro deceduti nel tragico incidente nella grotta della Scaletta, a circa 47 metri di profondità. Una ferita che ha sconvolto non solo la comunità di Palinuro ma anche i centri vicini. Una giornata scandita dal silenzio. Dal dolore. Dalla rabbia. Una giornata in cui Palinuro si è fermata. Bloccata, ammutolita. Oltre duemila le persone che ieri pomeriggio hanno partecipato ai funerali di Mauro Cammardella e Mauro Tancredi. A celebrare il rito funebre, all’aperto in piazza Virgilio, il parroco don Claudio Zanini. I feretri sono stati trasportati a spalla dalla chiesa di Santa Maria di Loreto, dove si è tenuta una veglia funebre, fino all’altare allestito in piazza Virgilio. Al centro le bare con le fotografie dei sub, sullo sfondo il mare di Palinuro. In prima fila i familiari, straziati dal dolore, dietro duemila persone arrivate da ogni parte d’Italia per dare l’ultimo saluto ai due sub. E poi messaggi e lacrime, per una tragedia che ha lasciato davvero tutti sconvolti. «Perché Cammardella e Tancredi – ha raccontato emozionato il sindaco Carmelo Stanziola durante il suo intervento – erano persone eccezionali, profondamente innamorate del loro paese e del loro mare».

Toccanti le parole del sacerdote che, durante l’omelia, si è rivolto ai familiari indicando il ricorso alla fede e alla preghiera per provare a lenire il dolore. «L’impronta della meraviglia di Dio, così bella, a volte matrigna – ha detto – ha fatto di chi non c’è più un esempio, sempre presente vicino a noi. Ma c’è anche la meraviglia dell’essere umano di condividere il dolore, sempre restando con quella cosa bella che Dio ha costruito». Tanti i messaggi di amici e parenti letti dall’altare. Il più toccante quello di Carmelo ed Emanuela, i figli di Mauro Cammardella: «Ci piace pensare che te ne sei andato come volevi tu, con le bolle e nel mare azzurro». Poi è stata letta la preghiera del subacqueo e, al termine della cerimonia funebre, ha preso il via il corteo con le note della canzone “Sempre per sempre” cantata da Fiorella Mannoia. Visibilmente emozionati anche i militari e i soccorritori che hanno partecipato ai funerali. In prima linea il direttore regionale dei vigili del fuoco Giovanni Nanni, il comandante del Circondario marittimo di Palinuro Andrea Palma, il comandante della Capitaneria di Porto di Salerno Gaetano Angora, il capitano di fregata Albero Mandrillo, il comandante dei carabinieri Giuseppe Sanzone. E poi tantissime divise di soccorritori.

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Cammardella e Tancredi erano del posto, entrambi molto stimati e conosciuti. Mauro Cammardella era uno dei sub più esperti della zona ed era il responsabile del diving “Mauro sub Capo Palinuro”. Aveva collezionato negli anni tantissimi titoli e attestati. Tancredi era un suo amico, con il quale aveva condiviso molteplici immersioni a Capo Palinuro. Lui viveva a Pisa, ma tornava spesso a Palinuro da amici e parenti, era sub e studioso della grotta Azzurra. È stato fondatore insieme ad altri colleghi del Centro studi e ricerche “Publio Virgilio Marone” e ha realizzato diversi volumi sulle grotte di Capo Palinuro, sollecitando in più occasioni interventi per salvare l’ecosistema marino all'interno della grotta Azzurra. Entrambi credevano molto nelle potenzialità del proprio territorio. «Erano legati al mare di Palinuro da un cordone ombelicale che non si era mai rotto» raccontano in lacrime gli amici.

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