La visita

Il sangue di San Gennaro si scioglie, miracolo nelle mani di Papa Fracesco

Tappe a Pompei, Scampia e Piazza del Plebiscito a Napoli. Bergoglio parla di criminalità e lavoro, poi la benedizione: "A Maronna v'accumpagne"

Papa Francesco prende tra le mani la teca con le reliquie di San Gennaro e il sangue si scioglie, anche se "a metà", come ha precisato il cardinale Crescenzio Sepe. Il miracolo è avvenuto durante la visita di papa Francesco nel Duomo di Napoli, in  verificato in via straordinaria perché di soito il "prodigio" dello scioglimento del sangue di San Gennaro  si ripete solo per la sua festa il 19 settembre, il sabato precedente la prima domenica di maggio e il 16 dicembre. Il sangue non si era sciolto nelle visite di Giovanni Paolo II e Benedetto XVI.   A dare l'annuncio è stato il cardinale Sepe dopo che il Pontefice aveva preso la teca nelle sue mani. «Il sangue si è sciolto a metà», ha detto Sepe. Ed è  la prima volta che accade nelle mani di un Pontefice.

Al Duomo Bergoglio è arrivato dopo aver pranzato nella chiesa del carcere di Poggioreale con 12 detenuti in rappresentanza dei 1900 carcerati che vi sono reclusi. La visita pastorale era iniziata di mattina presto a Pompei, poi il Pontefice è stato nel quartiere napoletano di Scampia e nel centro di Napoli con l'omelia in piazza del Plebiscito.

Pompei. Applausi e tanti "viva il Papa" urlati dalle migliaia di persone all’esterno della chiesa e dalle circa mille sistemate all’interno. Così Pompei ha accolto Papa Francesco, che pochi minuti prima delle 8 ha cominciato il tour pastorale dal santuario della Baeata Vergine del Rosario. Dopo l’atterraggio, nel percorso verso il santuario, Bergoglio ha salutato i fedeli, alcuni arrivati alle prime luci dell’alba, e ha preso in braccio e baciato alcuni neonati. Dopo aver pregato in silenzio e in piedi per alcuni minuti davanti al quadro che raffigura la Beata Vergine del Rosario, il Pontefice ha recitato la piccola supplica e si è raccolto nuovamente in preghiera all’interno della cappella dedicata al beato Bartolo Longo, fondatore del santuario. Bergoglio ha parlato anche con alcuni disabili e con i bambini ammalati sistemati accanto all’altare.

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Scampia. Pregate per me. Sono le parole pronunciate da papa Francesco salutando la folla davanti al santuario di Pompei. Dopo aver recitato un'Ave Maria con i fedeli, papa Francesco si è congedato dicendo: «Arrivederci a presto». Quindi è risalito sull'elicottero per dirigersi a Scampia. Al suo arrivo  nel campo sportivo comunale di Scampia,  papa Francesco è accolto dall'arcivescovo di Napoli, cardinale Crescenzio Sepe, dal presidente della Regione Campania, Stefano Caldoro, dal prefetto di Napoli, Gerarda Pantalone, e dal sindaco di Napoli, Luigi de Magistris. In auto, il Papa ha raggiunto piazza Giovanni Paolo II dove ha incontrato la popolazione del rione Scampia e diverse categorie sociali in rappresentanza del mondo della cultura, della legalità, dei professionisti, del mondo del lavoro, degli emarginati e dei migranti. L'incontro si è apertocon l'indirizzo di saluto del cardinal Sepe, quindi il sindaco consegna al Papa le chiavi della Città. Sono poi intervenuti un immigrato della comunità delle Filippine; un lavoratore e il presidente della Corte d'Appello di Napoli, Antonio Bonaiuti.

Quindi le parole del Papa:  «Voi appartenete a un popolo dalla lunga storia, attraversata da vicende complesse e drammatiche. La vita a Napoli non è mai stata facile, però non è mai stata triste».  Poi ha aggiunto: «Chi prende volontariamente la via del male ruba un pezzo di speranza. Guadagna qualcosa ma ruba la speranza. La ruba a sé stesso e a tutti, a tanta gente onesta e laboriosa, alla buona fama della città, alla sua economia». Bergoglio ha inoltre toccato il tema dell'immigrazione: «Dobbiamo fare sentire ai nostri fratelli e sorelle migranti che sono cittadini, che sono migranti come noi, tutti siamo migranti figli di Dio, che ci ha messi in cammino». E ha parlato del problema occupazionale. «Quando non si guadagna il pane si perde la dignità e questa mancanza di lavoro ci ruba la dignità». Nei giorni scorsi ci sono state polemiche riguardo a lavoratori che a Napoli hanno fatto causa ad enti ecclesiastici perchè erano assunti senza contratto. E Francesco ha dedicato buona parte del suo primo discorso del viaggio napoletano allo sfruttamento del lavoro in nero. «Tu - ha detto - lavori senza contratto senza niente e ti pago quello che voglio, questo è sfruttamento delle persone, senza apporto della pensione, per la salute». «Io ti capisco bene», ha risposto al lavoratore che aveva denunciato il fatto che ci sono sempre meno contratti di lavoro in città.«Dobbiamo riprendere - ha scandito - la lotta per la nostra dignità che è la lotta per trovare ritorovare la possibilità di lavorare per portare il pane a casa».

[[(Video) Papa Francesco a Pompei]]

Durissime le parole contro la corruzione. Riferendosi al passaggio sulla corruzione nell'intervento del presidente della Corte d'Appello di Napoli Antonio Bonaiuti, il Papa ha detto, a braccio, che «se noi chiudiamo la porta ai migranti, se noi togliamo il lavoro e la dignità alla gente, come si chiama questo? Si chiama corruzione e tutti noi abbiamo la possibilità di essere corrotti. Nessuno di noi può dire "io mai sarò corrotto". No - ha proseguito - è una tentazione, è uno scivolare verso gli affari facili, verso la delinquenza dei reati, verso la corruzione. Quanta corruzione c'è nel mondo - ha aggiunto il Pontefice - è una parola brutta, perché una cosa corrotta è una cosa sporca. Se noi troviamo un animale che è corrotto è brutto, ma puzza, la corruzione puzza e la società corrotta puzza, e un cristiano che fa entrare dentro di sé la corruzione non è cristiano, puzza». Al termine del discorso, Bergoglio ha anche invitato a «andare avanti nella pulizia della propria anima, nella pulizia della città, nella pulizia della società, perché non ci sia quella puzza della corruzione. «La buona politica - ha aggiunto - è un servizio alle persone, che si esercita in primo luogo a livello locale, dove il peso delle inadempienze, dei ritardi, delle vere e proprie omissioni è più diretto e fa più male. La buona politica è una delle espressioni più alte della carità, del servizio, dell’amore».Al termine del discorso tenuto nel quartiere napoletano di Scampia, Papa Francesco ha benedetto i fedeli con la frase in napoletano solitamente pronunciata dall'arcivescovo di Napoli, cardinale Crescenzio Sepe: «A Maronna v'accumpagne», ha detto papa Francesco e la folla ha salutato

Piazza del Plebiscito. Quindi il tragitto in papamobile verso piazza del Plebiscito, dove Papa Francesco, accolto dallo sventolio di migliaia di bandiere bianche e gialle e dal grido «Francesco Francesco» .È una piazza del Plebiscito quasi completamente gremita quella che assiste alla celebrazione eucaristica di papa Francesco. Nella grande piazza, uno dei simboli di Napoli, sono stimate oltre 60mila persone. Tra queste, una delegazione del comitato contro le biomasse a Capaccio. "Non vendiamo la Madre Terra! Custodiamo il Creato” , “No alle centrali a biomasse”: queste le scritte sugli striscioni del Comitato “Sorvella Sabatella". Nei giorni scorsi il Comitato aveva scritto a Papa Francesco per esprimere la preoccupazione sulla possibile costruzione della centrale a biomasse sul territorio capaccese. “Abbiamo chiesto il conforto del Santo Padre – affermano dal Comitato – raccontando in modo semplice e diretto le nostre paure”.

Il Santo Padre celebra la messa dall'altare allestito dinanzi alla basilica di San Francesco di Paola. «La corruzione e la delinquenza non sfigurino il volto di questa bella città! E di più non sfigurino la gioia del vostro cuore napoletano» è il primo appello di Bergoglio. Quindi il riferimento alla camorra:  «Ai criminali e a tutti i loro complici oggi io umilmente come fratello ripeto: convertitevi all’amore e alla giustizia! Lasciatevi trovare dalla Misericordia di Dio. Siate consapevoli che Gesù vi sta cercando per abbracciarci, amarvi di più con la grazia di Dio che perdona sempre. Ve lo chiedono - ha scandito - anche le lacrime delle madri di Napoli, mescolate con quelle di Maria, la Madre celeste invocata a Piedigrotta e in tante chiese di Napoli. Queste lacrime sciolgano la durezza dei cuori e riconducano tutti sulla via del bene».
Si rivolge poi a tutti i fedeli: «Largo alla speranza, lo dico a tutti, in modo particolare ai giovani: apritevi alla potenza di Gesù risorto e porterete frutti di vita nuova a questa città. Lasciatevi avvolgere dalla sua misericordia. Cari napoletani largo alla speranza, e non lasciatevi rubare la speranza. Non cedete alle lusinghe di facili guadagni o di redditi disonesti, questo è pane per oggi e fame per domani, e non può portare e niente. Reagite con fermezza alle organizzazioni che sfruttano e corrompono i giovani con il cinico commercio della droga e con altri crimini. Non lasciate che la vostra gioventù venga rubata, non lasciate che la corruzione sfiguri il volto di questa bella città, e la gioia del vostro cuore napoletano». E conclude: «E' tempo di riscatto per Napoli. Dio vive a Napoli! Fonte della nostra gioia e ragione della nostra speranza, Dio vive nelle nostre città: la sua grazia e la sua benedizione sostengano il vostro cammino nella fede, nella carità e nella speranza, i vostri propositi di bene e i vostri progetti di riscatto morale e sociale. E - ha concluso - ’ca ’a Maronna v’accumpagne!’».