Il fermo di Lino, oggi la decisione del gip

Ma solo l’autopsia potrà appurare se il 45enne che ha fatto a pezzi la madre dovrà rispondere anche di omicidio

SALERNO. Nella giornata di oggi il giudice per le indagini preliminari dovrebbe convalidare il fermo di Lino Renzi, il 45enne che lunedì sera, nell’appartamento di via Martuscielli a Torrione, ha fatto a pezzi la madre, Maria Pia Guariglia, vedova 70enne. Resta però da capire qual è il reato commesso dal Renzi. Per stabilirlo, cioè per stabilire se il 45enne ha ucciso la madre prima di farla a pezzi o piuttosto ha proceduto alla macabra attività dopo aver capito che la donna era morta, bisognerà attendere l’esito della autopsia. Anche in questo caso, per eseguirla, è necessario informare i parenti della vittima e del figlio. Essendo un esame non ripetibile infatti, il pm Maria Carmela Polito deve avvisare i legali dell’indagato e della persona offesa, circa la loro facoltà di incaricare eventuali consulenti tecnici di parte. Sicuramente, nella giornata di oggi, il pm riconoscendo al 45enne una non capacità di intendere e volere emetterà una qualche misura di sicurezza evitando che l’uomo venga rimesso in libertà trascorse le 48 ore di fermo di polizia. Solo quando tutte le tessere di questo complesso mosaico saranno al loro posto, si potrà definire in maniera chiara la posizione di Lino Renzi. Rintracciare un parente del 45enne diventa poi importante anche in fase di giudizio.La morte della donna, secondo quanto è stato in grado di constatare Luigi Mastrangelo, il medico legale nominato dal pm, risalirebbe perlomeno a tre giorni prima del ritrovamento del suo cadavere. Ma questo, ovviamente, non dice nulla sulle cause del decesso e soprattutto non stabilisce se ad uccidere la 70enne sia stato il figlio o un malore.

Insomma un caso da manuale di giurisprudenza sul quale indagano gli agenti della squadra Mobile della polizia, coordinati dal vice questore aggiunto Claudio De Salvo. Al momento resta l’aspetto più macabro della vicenda e tutti i retroscena emersi nelle ore successive al ritrovamento del cadavere. Quelle liti furibonde tra mamma e figlio conclusesi spesso con la donna picchiata. La prima, grave, avviene già nove anni fa quando a seguito di una aggressione il ragazzo viene sottoposto ad un primo Tso. Cinque anni più tardi, dopo la perdita del padre, il malessere di Lino diventa sempre più ingestibile. A Prignano Cilento, dove la vedova si era trasferita con il figlio, una mattina in strada Lino colpì con una mazza di ferro un’auto in transito. Insomma episodi che conducono dritto all’epilogo di lunedì sera. Ma già il sabato precedente i vicini di casa della donna furono svegliati da alcuni colpi, come se qualcuno sferrasse pugni sul muro. Un dettaglio inquietante: potrebbe essersi trattato di una ennesima lite con la madre? Potrebbe essere stato il tentativo disperato del figlio di far rinvenire la donna già morta? Potevano essere i colpi dell’ascia che macellavano il corpo della signora? Chissà. Quello che per ora si sa, è solo lo spettacolo registrato dai vigili del fuoco e dalle forze di polizia quando, allertati dai vicini, hanno fatto irruzione nell’appartamento di Torrione Alto. Uno spettacolo che potrebbe far rabbrividire anche un maestro dell’horror come Dario Argento, piuttosto che un fine intenditore di splatter come Quentin Tarantino.

Una scena a dir poco agghiacciante: nel bagno, riversa su stessa c’era l’anziana - o quel che rimaneva della donna - con diverse parti del corpo mutilate. Sul tavolo della cucina, e in altre stanze della casa poi sono state fatte altre macabre scoperte finanche in alcune pentole ancora sui fornelli, contenenti pezzi del corpo di Maria Pia Guariglia. Lino, invece, è stato trovato in stato catatonico sul letto, nudo. Secondo gli inquirenti aveva preso dei sedativi.

Una scena del crimine tanto cruenta ma ricca di circostanze che hanno spinto immediatamente gli investigatori alla cautela. Un rituale diabolico, quello di Lino, avvenuto dopo la morte della mamma o piuttosto o un improvviso momento di follia che ha portato il 45enne ad ammazzare la madre? Su questo l’autopsia sarà determinante così come determinanti sono le testimonianze che gli inquirenti stanno raccogliendo per capire se qualcuno ha udito o meno urla, come dovrebbe essere normale in caso di un’aggressione così violenta.

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