agricoltura: il dossier

I “caporali” salernitani rischiano il processo

Dopo il blitz dei carabinieri nella Piana del Sele e nell’Agro nocerino. In provincia sono 27mila i braccianti, in prevalenza sono stranieri

SALERNO. È dalla scorsa estate che la Procura di Salerno sta indagando e, probabilmente, molto presto potrebbe essere istruito il primo processo nei confronti dei caporali che sfruttano i braccianti agricoli nelle migliaia di serre della Campania felix. L’episodio sul quale si sta indagando risalirebbe all’agosto scorso e sarebbe emerso grazie alle denunce della Cgil e ai controlli messi in campo dalle forze dell’ordine e dall’ispettorato del Lavoro nell’ambito di un protocollo sottoscritto tra i ministeri dell’Interno e dell’Agricoltura mirato a rafforzare il contrasto al fenomeno in cinque regioni del Sud: Basilicata, Calabria, Sicilia, Puglia e ovviamente la Campania che, con l’intera provincia di Salerno, era stata messa nell’elenco dei territori dove concentrare maggiormente l’attività di prevenzione e repressione.

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L’indagine in corso dopo il maxi blitz. Ed è stato così che si è riusciti a mettere le mani in modo abbastanza concreto sulla rete di caporali che detta la propria legge a lavoratori e aziende, diventando in questo modo un tassello indispensabile nella catena agricola locale. Un sistema che allo stesso tempo fa gioco a tanti: imprenditori, avvocati, intermediari. Lo ha dimostrato lo scorso anno la maxi operazione portata a termine dal comando provinciale dei carabinieri, che ad agosto aveva effettuato una serie di blitz elevando verbali e facendo scattare diverse denunce. Ma adesso, anche grazie alla nuova legge sul caporalato, approvata alla Camera mercoledì scorso, si potrebbe presto arrivare a incriminare chi si arricchisce illegalmente alle spalle di uomini e donne, italiani e stranieri, che per poche decine di euro si spezzano la schiena nei campi, spesso lavorando in condizioni disumane. I dettagli sono ovviamente riservati, dal momento che l’indagine è ancora in corso.

Il ruolo di intermediari, titolari di aziende e avvocati. Dall’Agro nocerino sarnese al Cilento, passando per la Piana del Sele, furono decine le persone denunciate perché trasportavano braccianti nei campi in modo irregolare, aziende con lavoratori in nero, avvocati che procuravano documenti e permessi di soggiorno e intermediari che introducevano in Italia dai loro Paesi di provenienza connazionali con l’inganno di un lavoro sicuro e di un alloggio, estorcendo tangenti che potevano arrivare anche a 10mila euro. Se a breve verrà finalmente istruito un processo e ci saranno degli imputati per le pratiche di sfruttamento quotidiano che subiscono migliaia e migliaia di braccianti agricoli lo dovremo anche alla nuova legge sul caporalato, approvata mercoledì scorso alla Camera e che, dopo il passaggio al Senato, garantirà pene più severe per chi sfrutta o favorisce questa pratica e garantisce delle attenuanti per chi – imprenditori, caporali o braccianti – collabora con la giustizia.

Marocchini e romeni i più numerosi. Secondo l’ultimo censimento svolto dall’Inps, in provincia di Salerno sono registrati regolarmente 27mila braccianti, il 60 per cento dei quali è straniero. Soltanto nella Piana del Sele, nei fondi tra Eboli, Battipaglia, Bellizzi e Capaccio, vivono e lavorano quasi 12mila braccianti agricoli, di cui solo duemila sono italiani. Le comunità più numerose sono quelle marocchina e romena (seimila), seguite dagli indiani (duemila). Altri duemila, invece, vengono da altri paesi dell’Africa, dell’Asia e dell’Europa dell'Est, come Polonia e Ucraina. Questi, almeno i dati ufficiali. «Ma – avverte la Cgil con Anselmo Botte e la segretaria provinciale della Flai, Giovanna Basile – c’è una quota di lavoro sommerso che ancora non riesce ad emergere. Con questa legge, si aggiunge quel pezzo che mancava alla precedente del 2011, che aveva riconosciuto il reato per gli intermediari, estendendo la responsabilità anche ai datori di lavori, introducendo il reato di sfruttamento se non ci sono posizioni contrattuali regolari».

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