Fonderie Pisano, malore per la pasionaria degli operai
La donna si è incatenata da quattro giorni davanti allo stabilimento per chiedere alle istituzioni di intervenire a tutela dei posti di lavoro
SALERNO. Malore per Angela Petrone, moglie di uno dei lavoratori delle fonderie Pisano che hanno ricevuto nei giorni scorsi le lettere di licenziamento. La donna ha trascorso quattro giorni incatenata davanti ai cancelli dell’azienda, affiancando la sua protesta a quelle dei lavoratori che sono saliti sul tetto della fabbrica minacciando di lanciarsi nel vuoto se dalle istituzioni non arriveranno risposte che garantiscano la tutela dei posti di lavoro.
Questa mattina, sfiancata dalla stanchezza e dallo stress, la signora Petrone si è sentita male ed è stata trasportata in ambulanza al pronto soccorso di via San Leonardo. Le sue condizioni non destano grandi preoccupazioni ma è stato necessario sottoporla ad alcuni accertamenti diagnostici.
«Mio marito non ci ha mai fatto mancare niente – ha dichiarato la donna quando ha iniziato la protesta – Siamo persone oneste ed essere definite da qualcuno persone con le mani sporche di morte mi ha fatto troppo male. Ma forse mi ha dato la carica. Nella vita essere onesti non paga. Ho tre figli, sono reduce da un grave intervento allo stomaco e non ho niente da perdere, ma ho deciso di lottare con dignità. Queste persone vogliono solo lavorare. Non c’è nessuno che ci aiuti. Pensano ai fuochi di San Matteo e a Luci d’artista mentre noi siamo rimasti soli».
La tensione dinanzi allo stabilimento di via Dei Greci resta alta e ad alimentarla è stata oggi anche la rimozione del gonfiabile posizionato dai vigili del fuoco a protezione dei lavoratori che minacciavano di buttarsi dal tetto. Per protesta contro questa decisione, è stato collocato al posto del gonfiabile un materasso.