Salerno

Fonderie, i Pisano marciano divisi sulla magistratura

Il presidente Mario conferma rispetto in una nota ufficiale, il consigliere Flaviano attacca il procuratore su Facebook

SALERNO. Istanza al Riesame in dubbio ma via libera alla consegna del piano industriale in Procura, nel segno della massima collaborazione. O quasi. Nella diatriba, a tratti anche veemente, nata tra i lavoratori delle Fonderie Pisano e la Procura di Salerno con conseguenti botta e risposta al vetriolo, anche l’azienda di via dei Greci fa sentire la sua voce tramite una nota del presidente Mario Pisano. «L’esasperazione dei toni e delle modalità della protesta innanzi la sede del Tribunale da parte dei lavoratori – dichiara Pisano nella nota – non sminuisce in alcun modo il rispetto e la piena fiducia della proprietà delle fonderie nella magistratura in tutte le sue articolazioni. Restiamo coerenti con l’impostazione comportamentale evidenziata fin dall’inizio di questa triste vicenda: massima disponibilità alla collaborazione nella consapevolezza che è possibile operare, come emerso dai dati Arpac relativi ai controlli effettuati ad agosto, nel rispetto della normativa vigente in materia ambientale».

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Mosse e contromosse, ancora una volta, in una partita a scacchi che vede sempre meno pezzi sul tavolo. «In queste ore si procederà alla consegna, presso l’ufficio del giudice per le indagini preliminari, di un dettagliato e approfondito piano industriale al fine di dimostrare la necessaria e indispensabile riattivazione, anche parziale, dell’impianto di produzione di Fratte, per consentire la necessaria agibilità finanziaria da noi ritenuta fondamentale sia per individuare uno sbocco positivo (in termini di sostenibilità produttiva) al processo di delocalizzazione, che per mantenere in equilibrio i livelli occupazionali. In merito, poi, alle ragioni del mancato ricorso al Tribunale del Riesame – conclude Mario Pisano – rispetto al provvedimento di sequestro giudiziario, va evidenziato che non avendo ancora ottenuto in quei giorni i risultati ufficiali dei controlli Arpac (elemento fondamentale della strategia difensiva), si ritenne di non opporsi all’iniziativa dell'organo inquirente, rimanendo, comunque, fiduciosi che il rispetto dei parametri normativi avrebbe consentito in tempi brevi la riapertura dell’impianto».

Da parte dell’azienda insomma la via pare quella diplomatica e collaborativa. Fino a un certo punto però. Esempio è il commento messo su facebook da Flaviano Pisano, membro del cda delle fonderie, nettamente in contrasto con l’operato della Procura sul quale ci sarebbero, secondo il dirigente, molte cose da dire: «È un grandissimo disonesto» scrive riferendosi al procuratore capo Corrado Lembo. E ancora: «Asserisce che la Procura non sostituisce l’organo amministrativo e infatti ha interrotto il percorso con la Regione per migliorare edadeguare la nostra validissima Autorizzazione integrata ambientale. Asserisce che noi Pisano abbiamo rinunciato al riesame perché pensavamo che fossero insussistenti i presupposti, invece di confermare il nostro atteggiamento collaborativo con la Procura. È proprio un attore».

Sul fronte degli incontri si attende sempre quello fondamentale in Regione, per discutere degli ammortizzatori sociali. Con la Cgil si cercherà di capire la disponibilità dei fondi per una cassa integrazione in deroga, con cui poi il sindacato potrà andare a trattare con l’azienda il ritiro delle procedure di licenziamento nell’incontro fissato per mercoledì 26.

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