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Dodicenne venduta, sospetti sui pedofili

Altre persone oltre l’anziano avrebbero abusato della ragazzina istigati da sua madre. Oggi l’interrogatorio della donna

PONTECAGNANO. Potrebbe non essere solo il pensionato, indagato per violenza sessuale su minore, ad avere abusato della dodicenne, la ragazzina al centro di una vicenda raccapricciante scoperta dai carabinieri di Battipaglia. L’inchiesta sulla prostituzione minorile che ha portato in carcere la mamma di 31anni della ragazzina, che “vendeva” la figlia per pochi euro, non è chiusa. Alla procura di Salerno, il sostituto procuratore Elena Guarino, lavora alacremente. Nessun elemento viene trascurato, bisogna accertare se la ragazzina era finita in un giro di pedofilia. Qualche elemento in più potrebbe arrivare stamattina quando, dinanzi al gip Stefano Berni Canani, che ha firmato l’ordine di carcerazione, si terrà l’interrogatorio di garanzia della donna che risponde anche di estorsione per il ricatto a un ex prete 47enne del salernitano.

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La storia di degrado familiare è stata scoperta dai carabinieri grazie ad un’attività di intelligence della procura antimafia di Salerno su un pregiudicato legato a gruppi delinquenziali organizzati operanti nella Piana del Sele. Tra le intercettazioni considerate di non rilievo per l’indagine di respiro camorristico, c’erano anche le conversazioni captate sull’utenza della 31enne, a quel tempo legata da una relazione sentimentale con il soggetto finito nel mirino dell’antimafia. Le indagini dovranno stabilire se ad altri è stata presentata la “criatura” per prestazioni sessuali a pagamento concordate dalla mamma. Era la donna, infatti, a concordare gli incontri hot con l’82enne di Pontecagnano.

Dalle indagini esce un profilo inquietante di questa donna che esercitava una pressione telefonica asfissiante sul vecchietto, diventato il suo personale bancomat: insisteva per organizzare quegli incontri nel cortile dello stabile dell’uomo, prestazioni dalle quali ricavava quei pochi spiccioli che, forse, spendeva per sé. Lo telefonava anche quando si trovava nei pressi della sua abitazione e sempre per quel bisogno smodato di denaro. “Venite dai, vediamo quello che si può fare”, diceva l’anziano al telefono quando accettava una delle proposte. Oppure, in un’altra telefonata, rispondeva così: “portala e vediamo che si può fare”. Il riferimento era alla dodicenne che ora è affidata alle cure di una casa famiglia fuori regione. Gli inquirenti hanno accertato che i pagamenti per le prestazioni sessuali erano da fame: 5, 10 e 15 euro. In qualche caso 20 euro. La donna arrestata e rinchiusa nel carcere di Avellino con l’altra figlia di pochi mesi, non faceva tante storie sul prezzo delle prestazioni. Si accontentava anche di “quel che mi potete dare”. Lo dice dopo che l’82enne fa capire di trovarsi alla fine del mese e di non avere tanto contante disponibile. Negli ultimi anni si era legata a un soggetto della delinquenza locale che - secondo le indagini dei carabinieri - dovrebbe essere il padre della seconda figlia. Intratteneva, però, altre relazioni come quella con un ex prete finito sotto ricatto. L’arrestata gli faceva credere che la sua gravidanza era il frutto di un loro incontro occasionale. L’uomo ha pagato il suo silenzio fino a quando il conto non è arrivato in rosso. Solo allora ha detto: “Basta, vado in commissariato”.

 

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