LA CITTA' DAI DUE VOLTI

Dal pride alle confraternite le due facce di Salerno

Centinaia di persone hanno partecipato al corteo promosso da Arcigay

SALERNO - Una festa fatta di musica e colori per rilanciare i temi della parità dei diritti e dell’uguaglianza di genere. È stato soprattutto questo il Salerno Pride, promosso dall’Arcigay “Marcella Di Folco”. Con la sua leggerezza e allegria il corteo ha coinvolto tantissimi cittadini e turisti che hanno ballato con i manifestanti e ripreso la carovana gioiosa che ha attraversato il Lungomare. «È bello vedere tanti ragazzi insieme per i propri diritti, chi fa polemica è stupido», considera netto un signore che segue il corteo sfidando la miriade di insetti delle aiuole.

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«Ognuno deve amare come vuole», aggiunge un’altra signora intenta a registrare un video. Un popolo variegato – almeno seicento persone – quello che ha attraversato il Lungomare, fatto di tante persone con storie differenti, di famiglie, persone di tutti gli orientamenti sessuali legati da un unico comune denominatore: la volontà di ribadire con forza che ciascuno deve poter avere il diritto di amare come crede. Una umanità variegata fatta anche di fedi inimmaginabili come quella dei pastafariani (religione riconosciuta in Nuova Zelanda) con tanto di pastapessa (una ragazza sarnese considerata un’autorità religiosa), veneratori dello spaghetto sacro e sostenitori di un paradiso dove si potrà bere da un vulcano che erutta bitta. Al di là delle manifestazioni più o meno folkloristiche l’appuntamento del Pride salernitano è stata un’occasione per coinvolgere e sensibilizzare in cittadini in maniera “leggera” su temi estremamente seri e per una causa che – in alcune parti del mondo – è ancora motivo di persecuzione, discriminazione e violenze.

Eleonora Tedesco